essenziale per la lezione, tuttavia il pensiero filosofico non produce, ma è al servizio della trasmissione delle conquiste
del pensiero durate finora. Esso ha bisogno della filosofia per filosofare; al contrario, con la filosofia lo studente
apprende già a filosofare, ancor più : “Così, mentre si apprende il contenuto della filosofia, non si apprende solo il filosofare, ma si
fa anche realmente filosofia”.
Come si deve intendere ciò? A riguardo, una successione cronologica appare inevitabile. Prima si apprendono le norme
formali del pensare, solo dopo segue la filosofia vera e propria. Hegel vorrebbe avvicinare gradualmente gli studenti a
questo fine: dalla ‘comprensione’, che fissa solo le differenze, alla ‘didattica’, in cui entrano in gioco le regole della
comprensione, fino, in ultimo, alla ‘fase speculativa’, la ‘ragione positiva’ e la ‘dimensione filosofica in senso stretto’ .
Che questo programma sia in contraddizione con l’assunto iniziale, di iniziare con una filosofia densa di contenuti, lo
ha avvertito lo stesso Hegel come “spina nel cuore” della sua lezione di filosofia. Sebbene agli studenti si chieda
troppo con la filosofia speculativa, tuttavia Hegel sa che non si può fare a meno dell’attività speculativa. Senza dubbio
non c’è altro approccio se non con l’oggetto stesso: “Ho una ben scarsa idea di come introdurre alla geometria senza
presentarla”.
Non ultimo, a causa di questo dilemma Hegel è combattuto con se stesso. Già nella valutazione per Niethammer egli
nota, in modo autocritico, che ogni lezione di filosofia al Ginnasio potrebbe sembrare superflua, tuttavia sorvola su
questo dubbio - per “non pregiudicarsi da solo il pane e l’acqua”. Ben dieci anni dopo nel parere espresso al ministero
prussiano Hegel riduce l’ambito dei ‘contenuti didattici’ per la materia filosofia. Consigliò di insegnare al ginnasio solo
la psicologia empirica e la logica formale e di riservare all’università la restante materia, che egli aveva già presentato a
Norimberga ai suoi alunni. Al tempo stesso, tuttavia, resta fedele a tutti i fondamenti essenziali della sua didattica
filosofica, in particolare a