filosofia fosse subordinata alla religione e destinata ad essere superata da questa8. Ma a ben leggere,
ritorna qui l’argomentazione del sorgere della rappresentazione di Dio all’interno della scissione
intellettiva (Dio è visto dall’intelletto, incapace di svincolarsi dalla separatezza, come l’ipostasi surrettizia
di uno dei due momenti della separatezza stessa: nel suo sforzo di cogliere l’intero, insomma,
l’intelletto si fa religione): la religione non è la “ricostituzione dell’intero”, come ha inteso chi ha
parlato di “misticismo” hegeliano nel periodo francofortese, ma è anzi la sanzione della separatezza
intellettiva: in questo senso in essa termina la filosofia, perché in qualche modo vi culmina.
La fede, dunque, è bensì desiderio di unificazione, ed in questo senso può dirsi che essa sia un
compimento dell’intelletto, ma è anche destinata a rimanere ‘puro desiderio’, perché le è essenziale la
separatezza e la dipendenza da colui in cui si crede. Da qui l’inevitabile destino cui essa va incontro, di
dover essere superata dal pensiero filosofico. E infatti solo un anno dopo, nel 1801, nell’opera
“Differenza tra il sistema fichtiano e quello schellinghiano”, Hegel definirà la fede come “un rapporto o
relazione della limitatezza con l’assoluto, nel quale rapporto è presente solo l’opposizione della coscienza ed una totale
assenza di coscienza dell’identità” (tra divino e umano).
Dunque siamo giunti, attraverso le diverse tappe di questo cammino, alla maturazione della sistematicità
del pensare hegeliano, fondata sul metodo dialettico. E siamo giunti alla presa di coscienza di Hegel di
essere ormai pronto per l’attività filosofica e per l’attività pubblica, ossia per uscire definitivamente
dal mondo chiuso della teologia luterana e dai suoi incarichi come precettore privato, per proiettarsi,
attraverso l’insegnamento pubblico, verso il mondo e la società tedesca dell’epoca, fino a incidere
profondamente (e quasi esclusivamente) nel suo tessuto filosofico e culturale.
Capitolo II:Hegel docente: da precettore privato a docente universitario e
consigliere ufficiale della riforma della scuola superiore e dei ginnasi in
Germania.
Hegel fu, oltre che un filosofo, un insegnante, un docente molto attivo che si occupò non solo di
insegnare, ma prese parte anche alla Riforma scolastica in atto in Germania, anzi ne fu se non proprio
il promotore, comunque un impegnato consigliere, essendo la sua, in quegli anni, la voce
culturalmente più autorevole nel Paese.
L’inizio dell’insegnamento pubblico forse esula un poco dall’ argomento di questo lavoro che riguarda
soprattutto la lettura e il commento, degli Scritti Teologici giovanili, per suscitare infine negli studenti
una riflessione personale e critica su di essi; e tuttavia segna una tappa importante della vita di Hegel (il
quale ormai avviato verso l’età matura, inizia un’attività che lo accompagnerà fino alla morte) che
inciderà anche profondamente sul mondo culturale tedesco di quegli anni. Pertanto si può parlare qui
brevemente anche della figura di Hegel-docente e di che cosa la sua presenza abbia significato per
l’insegnamento della filosofia come disciplina non solo universitaria, ma anche di scuola superiore. Si
può forse ricordare qui con un certo rammarico che, malgrado l’insistenza richiamata dai riformatori
tedeschi dell’epoca hegeliana sull’importanza di un tale insegnamento pubblico e rivolto ai giovani in età
di scuole superiore, oggi la Germania ha destinato veramente uno spazio e un numero di ore molto
ridotto alla filosofia, prediligendo, per anni, l’insegnamento della religione e lasciando la facoltà agli
studenti e alle loro famiglie di scegliere tra la religione stessa e la filosofia. Infatti oggi la situazione è
questa:
“Nei Paesi di lingua e cultura tedeschi l’insegnamento della filosofia non ha solide fondamenta nella scuola secondaria
superiore. In Germania prevale un tipo d’insegnamento che ha aspetti etico-valoriali legati più alla tradizione religiosa
protestante che alla filosofia. A partire dalla riforma del 1972 del livello superiore dei ginnasi (alunni dai 16 ai 19 anni)
nella Repubblica Federale tedesca l’insegnamento della filosofia è inserito nel sistema delle opzioni liberamente scelte
dagli studenti (filosofia quindi come materia opzionale o fondamentale). Dopo la riunificazione della Germania nel 1990
il suo insegnamento si è esteso anche verso fasce d’età inferiori. Ma ogni Land è dotato di ampia autonomia sul piano
dei programmi e della collocazione della disciplina. In ciascun Land sono presenti generalmente programmi di
Una voce autorevole in questa direzione è quella rappresentata da G. Lukács che ha dedicato a questi scritti teologici un
saggio importante dal titolo: Il giovane Hegel e i problemi della società capitalistica, trad. ital., Torino 1960.
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