inclinazioni sensibili e dall’istinto cieco. La natura dell’uomo è, per così dire, soltanto impregnata dalle idee
della ragione […], le idee della ragione vivificano bensì l’intero tessuto dei sentimenti dell’uomo, a cui per
il loro influsso l’agire si mostra in una luce propria, ma esse stesse raramente si mostrano nella loro
essenza, benché il loro effetto compenetri tutto come una sottile materia, dando ad ogni inclinazione ed
impulso una sua propria coloritura.
Nel concetto di religione è implicito che questa non è semplicemente una scienza intorno a Dio, ai suoi
attributi, al nostro rapporto e a quello del mondo con lui e alla durata della nostra anima - il che
potrebbe essere appreso semplicemente con la ragione; è implicito che essa non è una conoscenza
semplicemente storica o ragionata, ma interessa il cuore ed ha influenza sui nostri sentimenti e sulla
determinazione della nostra volontà […]. La religione dà dunque un nuovo e più alto slancio alla
moralità ed ai suoi moventi, offre un nuovo e più forte argine contro il potere degli impulsi sensibili […].
Quando si parla di religione pubblica si intende con ciò parlare dei concetti di Dio e di immortalità e di ciò
che con essi è in relazione, nella misura in cui costituiscono le convinzioni di un popolo ed hanno
influenza sul suo modo di agire e di pensare; ne fanno parte i mezzi con cui queste idee sono insegnate al
popolo e sono fatte penetrare nel cuore.
Le dottrine principali della religione cristiana sono rimaste certamente le stesse fin dal loro sorgere; ma,
a seconda delle circostanze, l’una fu posta interamente in ombra, l’altra fu a preferenza esaltata, posta
in luce e distorta a spese della prima, cioè fu o troppo estesa o troppo ristretta.
Tutti quanti i principi religiosi ed i sentimenti che ne scaturiscono e particolarmente l’intensità con cui
possono influenzare il modo di agire, costituiscono il punto principale di una religione popolare. Su uno
spirito oppresso, che ha perduto la sua forza giovanile sotto il peso delle proprie catene e che
incomincia ad invecchiare, poca impressione possono fare le idee religiose. Il genio giovanile di un
popolo si sente ed esulta nella sua forza, si lancia con avidità su ogni cosa nuova, se ne interessa nel
modo più vivo, forse la lascia perdere e si afferra a qualcos’altro, ma non mai a qualcosa che pretenda
imporre delle catene alla sua orgogliosa e libera fronte. Ma il genio che invecchia si caratterizza invece per il
rigido attaccamento alle convenzioni, e trascina le proprie catene, come un vecchio la gotta di cui si
lamenta senza potersene tuttavia liberare […].
La religione oggettiva è fides que creditur; intelletto e memoria sono le facoltà che operano nel suo ambito
[…]: la religione oggettiva la si può ridurre a sistema. La religione soggettiva invece si estrinseca
soltanto in sentimenti ed azioni […], è religione vivente, è attività interiore […]. Essa ha un suo proprio
valore”.
Hegel, Religione popolare e cristianesimo, in Scritti teologici giovanili, ed. cit., pp.57/62
“Oggi la moltitudine che non ha più nessuna virtù pubblica, che è precipitata in uno stato di soggezione,
ha bisogno di altri sostegni e di un altro conforto per aver un compenso alla propria miseria che non ha
il coraggio di diminuire. L’intima certezza della fede in Dio e nell’immortalità deve essere sostituita da
rassicurazioni esterne, dalla fede in coloro che più sono consapevoli di essere in grado di produrre da sé
il proprio modo pensare. Il libero repubblicano che spendeva le sue forze e la sua vita nello spirito del suo
popolo, per la patria, facendolo per dovere, non valutava tanto la sua fatica da domandarne
risarcimento e compenso; egli aveva operato per la sua idea, per il suo dovere. Ciò che invece doveva
richiedere e si aspettava, solo perché ‘era valoroso’, era di vivere in compagnia degli eroi nell’Elisio o
nel Walhalla, dove sarebbe stato più felice che qui, solo perché libero dalle pene dei mortali. Parimenti
chi ha accolto come massima nella sua ragione l’ubbidienza alla natura e alla necessità ed onora questa
legge come incomprensibile bensì per noi, ma sacra, come potrebbe pretendere un co