parziale e non vita intera, la vita si spinge fino a sciogliersi e a disperdersi nella molteplicità dei
sentimenti per trovare se stessa in questo tutto della molteplicità. Nell’amore questo tutto non è
contenuto come somma di parti particolari, di molti separati; nell’amore si trova la vita stessa come
una duplicazione di se stessa e come sua unità; partendo dall’unità non sviluppata, la vita ha percorso
nella sua formazione il ciclo che conduce ad un’unità completa. Di contro all’unità non sviluppata
stavano la possibilità della separazione e il mondo; durante lo sviluppo la riflessione produceva sempre
più opposizioni che venivano unificate nell’impulso soddisfatto, finché la riflessione oppone all’uomo
il suo stesso tutto, l’amore infine, distruggendo completamente l’oggettività, toglie la riflessione,
sottrae all’opposto ogni carattere di estraneità, e la vita trova se stessa senza ulteriore difetto.
Nell’amore rimane ancora il separato, ma non più come separato bensì come unito; ed il vivente sente
il vivente.
Poiché l’amore è un sentimento del vivente, gli amanti possono distinguersi solo in quanto sono
mortali, solo in quanto pensano questa possibilità