Hegel_Elena.pdf Nov. 2014 | Page 11

credere che Dio sia: il soggetto si rapporta come con un oggetto, ma proprio perché si toglie e si supera come finito, si fonde con l’infinito e sprofonda in esso. “Devozione è lo spirito che muove se stesso per conservarsi in questo movimento”: e il fondamento è il pensiero. Certo – ammette Hegel – nell’oggetto della religione confluiscono in un’unità indistinta diverse disposizioni, ma il fondamento è e resta il pensiero. L’ultimo degli scritti giovanili è Frammento di sistema del 1800 in cui Hegel sviluppa ulteriormente il concetto di totalità. La totalità, dice, è qualcosa che la filosofia non può cogliere perché in essa ci sarà sempre contrapposizione tra soggetto e oggetto, cioè tra un soggetto che pensa e una cosa che è pensata. L’unità totale può invece essere raggiunta dalla religione, la quale è in grado di attingere la vita infinita, al di là di ogni riflessione. La vita infinita è appunto lo spirito infinito, la totalità assoluta che però non è unità indifferenziata, come aveva voluto Schelling (anche se nella ‘Filosofia della libertà’ rivedrà la sua idea), ma è unione dell’unione e della non-unione, ossia possiede in sé sia i principi dell’unione sia quelli dell’opposizione, in quanto se non possedesse anche i principi dell’opposizione non potrebbe essere totalità. I.1: i concetti presenti negli Scritti teologici giovanili Un concetto che si presenta in tutta la sua importanza negli Scritti giovanili, in particolare negli ultimi in ordine di tempo, e con più pregnanza nello Spirito del cristianesimo e il suo destino, è il concetto di destino. Buona parte della critica sostiene che Hegel lo abbia ricavato dai tragici greci e che esso gli abbia consentito di stabilire un rapporto tra qualcuno che viene considerato nella sua individualità e questo stesso ‘qualcuno’ visto come parte di un insieme. Se Antigone, ad esempio, compie una determinata azione convinta che ad ispirarla siano la sua passione e la sua volontà, ella, comunque non sa che la sua azione è già parte di un disegno totale, di una necessità insieme storica e trascendente. Più si afferma l’individualità del libero agire di Antigone, più si realizza la necessità superiore che ha posto Antigone in quella condizione e di fronte a quelle scelte. Questo concetto duplice di destino, posto da un lato come l’indeterminismo del singolo che ignora, e dall’altro come il determinismo della totalità che si realizza, viene così a costituire un “primo momento di