LE STORIE I MADAME & MONSIEUR
LUOGHI D’ELEZIONE
Fuori dalle rotte ordinarie, in un viaggio lento attraverso l’Italia vera,
che stupisce gli occhi, riempie il cuore e sublima il palato. Ognuno nel suo luogo ideale
Madame
Il ricordo più vivo dell’estate? ‘Andare da Niko’. Che non signi-
fica programmare un giorno, una cena dal blasonato chef (tre
stelle Michelin) del Reale. È di più. Significa percorrere strade
non turistiche lungo gli Appennini verso la Val di Sangro, sco-
prire un resort in mezzo a una vigna di Pecorino, innamorarsi
della sobrietà francescana delle camere dell’ex monastero e
dell’accoglienza familiare ma mai servile della sorella Cristiana;
significa aver conferma che dietro a una grande cucina è diffi-
cile scoprire uomini mediocri. Abbiamo guidato alternandoci,
Monsieur ed io. Un viaggio lento e selvaggio nel cuore della
nostra Italia, lungo altopiani, paesi che punteggiano i boschi
(d’obbligo l’acquisto di una treccia d’aglio a Sulmona). Abbia-
mo incontrato vallate, piccoli borghi fermi nel tempo come un
orologio acciaccato. La pagnotta di Niko Romito - servita come
benvenuto -, che ha dato origine a un vero manierismo anche
Oltralpe (di nascosto, per non offuscare la baguette), è la più
copiata dagli chef ambiziosi, che si dannano per ottenere al-
meno la metà della sua leggerezza. La colazione, al risveglio, è
una delle più ricche e perfette in assoluto. Insomma, di Romito
- ormai potente, conosciuto e osannato – mi è piaciuta la natu-
ralezza con la quale sa dire cose non banali, lontano dagli abiti
sacerdotali da guru spirituale che hanno vestito suoi colleghi.
Nessuna presunzione, ma la consapevolezza pacata di essere
entrato nella storia della gastronomia.
Monsieur
Per uno come me, nato al mare, gli entroterra e i laghi hanno
un’attrazione potente, controbilancio alle vaste acque marine.
L’estate 2019 è stata ricca di boschi e valli. Con Madame, in tour
da scrittrice, siamo stati in luoghi magnifici. La mia educazione
sentimentale verso l’alta e buona cucina - che ha avuto tappe
estive da Romito, e al Capitano del Romeo di Napoli, e da Silvia e
Riccardo Baracchi a Cortona - trova d’abitudine, quando la stagio-
ne canicolare si fa ricordo, quieta felicità sul Garda, a Bardolino.
Sempre mi commuove passeggiare con Madame nelle stradine
del borgo, illuminati dalle scaglie di luce che sfarfallano sul lago.
La pausa dagli affanni si chiama Aqualux: hotel wellness con
Spa e piscine, dove tornare bambini nuotando e giocando. Non
basterebbe, se non ci fosse una cucina come quella di Simone
Gottardello. Il quale chef non dimentica di trovarsi sul Garda e
utilizza, per i suoi preziosi piatti, i prodotti della zona, dal lava-
rello al tartufo nero del Monte Baldo. Ho imparato da Madame
che non bisogna fare una religione del km zero, concetto abu-
sato; ma quando un cuoco si guarda attorno, e mette in carta ciò
che potrebbe raccogliere allungando un braccio, ebbene, provo
contentezza. Nel ristorante di Aqualux, che si chiama Evo (il pro-
prietario dell’hotel Bruno Viola produce olio extravergine di oliva
a Bardolino), il miracolo succede ogni volta. E ogni volta chiedo
a Madame: ma può un marino come me amare i laghi? Madame
sorride, e io capisco la muta risposta: non solo può, deve.
Roberta Schira
Antonio Bozzo
Si trovano spesso a tavola:
popolare o gourmet non conta,
basta che sia buona.
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