Grande Cucina Settembre/Ottobre 2019 | Page 82

LE STORIE I FOCUS PORCELLANA COME PELLE Può esistere un legame tra un tatuatore e un servizio di porcellane? Nel caso di Rosenthal assolutamente sì, e la collezione Cilla Marea – presentata lo scorso giugno negli spazi di Contemporary Cluster a Roma – decorata dai disegni del tattoo artist cagliaritano Pietro Sedda ne è la dimostrazione. Tazze, piattini, piatti dalla foggia classica e anfore sintetizzano magicamente due storie e due percorsi solo all’apparenza agli antipodi, che si uniscono creando uno still life in grado di evocare i dipinti di Henri Fantin- Latour. La porcellana arriva quindi a essere una materia viva alla stregua della pelle umana, e che, proprio come la pelle umana, rivela una nuova identità al passaggio del tocco di Sedda. sforzi di una generazione precedente – la no- stra – per la quale il tatuaggio ha rappresentato una faticosa conquista». «Ci sono situazioni e situazioni», aggiunge Diego Rossi, chef e cofondatore della trattoria mene- ghina Trippa, «personalmente non bado al ta- tuaggio se non per riconoscere che ho davanti una persona con cui magari condivido stile di vita e forma mentis». Perché il tatuaggio è una dichiarazione priva di filtri, una filosofia, come spiega Marianna Vitale, Chef stellata di SUD Ri- storante: «l’ex voto che ho tatuato sul braccio raf- figura un cuore sacro abbracciato dal tentacolo di un polpo, a simboleggiare da un lato un rin- graziamento alla vita, dall’altro la mia passione per la cucina e l’amore per il mare». Per chiudere il cerchio, «il tatuaggio a tema cibo è uno dei trend emergenti, e non solo tra gli chef» rivela Stefania Occhipinti, titolare di T-shock Tattoo a Milano: «oltre ai vari cucchiai, forchette e coltelli, sempre più persone chie- dono disegni di ortaggi e di frutta. Senza con- tare gli stranieri, che vengono da noi per far- si tatuare fette di pizza in onore della cultura gastronomica italiana». Gli esempi sono così tanti e variegati che Isaac Fitzgerald li ha raccolti nel libro Knives & Ink, 80 dove più di sessantacinque chef internazionali raccontano la storia dei loro tatuaggi, magi- stralmente illustrati dall’abile mano di Wendy MacNaughton. D’altronde «la cucina è un’arte e i tatuaggi sono una forma d’arte», e il fortu- nato connubio non deve affatto sorprendere: a dirlo è Stephanie Izard, chef e cofondatrice dell’acclamatissimo Girl & the Goat di Chica- go. Che con i suoi cinque tatuaggi è stata pure la prima donna a vincere Top Chef, in barba a qualsiasi cliché. FREE TATTOO Un ritratto di Eugenio Roncoroni, chef e patron del gruppo milanese Al Mercato