Grande Cucina Settembre/Ottobre 2019 | Page 48

LA CUCINA I UNA GIORNATA CON La cucina di Paolo Possiede una creatività libera Paolo, e chiede al cliente di poterla esercitare in pieno, occorre acco- modarsi e lasciarsi andare. La carta del ristorante ha una forma allungata, divisa in due sezioni, a de- fatti non è solo genericamente creativo, sa essere anche ludico. Un’estetica che lascia ben poco al caso, un gioco che può condurre alla meraviglia nella presentazione dei piatti. I rischi dell’ugua- glianza estetica/pura esteriorità o dell’effetto wow per ‘èpater les bourgeois’, sono ampiamente evitati. Sapori decisi fin dagli amuse bouche di geometrica composizione, adagiati su volumi in legno, come fossero una foresta di assaggi. La geometria tor- na in altri cubi, sempre di legno, che sorreggono le scelte sensate del territorio per il carrello dei formaggi. Quasi un gesto nostalgico quello di ri- stra i menu degustazione, rinominati Declinazioni, che si scoprono facendo scorrere caselle mobili. Ogni menu ha il nome di un ingrediente o di una suggestione, che sarà tema conduttore della se- quenza dei piatti del tutto a sorpresa. Il cliente può scegliere una o più ispirazioni. I sapori, le forme, i rimandi linguistici e culturali del territorio saranno tutti legati dal sottile fil rouge del nome della Decli- nazione. Per chi vuole c’è la possibilità di scegliere alla carta, anche questa però riserva una forma di libertà: ogni piatto ha una sua completezza e non esistono raggruppamenti nelle canoniche sezio- ni antipasti, primi e seconde portate. Sedendovi a questa tavola non troverete insolito sentirvi dire dal personale di sala ‘buon divertimento’: Griffa in- proporlo e forse anche retaggio delle esperienze fatte oltralpe. Creatività e rigore geometrico, se in equilibrio rappresentano un bel mix. Qui lo sono, se da una parte c’è la mano libera nel creare, dall’al- tra c’è il rigore: seduto al tavolo dopo il servizio Paolo ci rivela che al Petit Royal ha già costruito un archivio. Tutte le ricette sono state schedate e fotografate con i dettagli delle preparazioni, anche l’estro creativo presuppone organizzazione. Il suo è un gioco razionale, probabilmente caratteristica comune ai cuochi che, come lui, nascono pasticce- ri per poi affrontare tutte le altre partite in cucina. Quella pasticceria che è golosità, divertimento e precisione assieme. E se stupisce nel piatto, con forme e colori contemporanei, non rinuncia a gesti territorio circostante e le case valdostane. Un ma- teriale naturale, figlio della storia e al tempo stesso oggetto di recupero, deriva infatti dai resti di una chiesa del 1400, e ciò che è rimasto inutilizzato è stato poi trasformato in tanti centrotavola per la sala, per un design a spreco zero. DI FRONTE ALLA MONTAGNA In apertura, lo chef Paolo Griffa (ph. di Daniel Toechterle). A lato, gli interni di Petit Royal 46