Grande Cucina Ottobre 2020 | Page 29

ph . Rudy and Peter Skitterian per Pixabay tipologie di contenitori che si possono usare e che caratteristiche devono avere ? « Questo è un argomento molto complesso ma cerco di fare un minimo di chiarezza . Quando si parla di contenitori per alimenti , si deve in generale fare riferimento alle norme che regolano i cosiddetti MOCA ( Materiali ed Oggetti a Contatto con gli Alimenti ). È possibile utilizzare qualsiasi supporto a patto che rechi specifica indicazione in relazione al suo possibile contatto con gli alimenti . A volte oltre alla dicitura compare un simbolo . Una giusta via potrebbe essere l ’ utilizzo di atmosfera modificata , cioè di una miscela di gas che rallentano , di fatto , la moltiplicazione batterica , ma ogni alimento richiede la sua migliore miscela ; inoltre , mettere in atmosfera protettiva piatti da consumarsi poco dopo la loro preparazione non credo che possa essere la soluzione migliore . Sicuramente il ristoratore deve garantire che siano presenti dei sigilli antieffrazione per garantire al consumatore che il piatto gli giunga nelle stesse condizioni di come è stato assemblato e confezionato . Teoricamente , confezionare per rivendere non è un ’ attività propria di un ristorante , per la quale è necessario fare le opportune comunicazioni e avere spazi e attrezzature adeguate . Pertanto , allo stato di fatto , l ’ unico sistema è di incartare , sigillando ».
Un ristorante ha l ’ autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande e non alla produzione e vendita di prodotti al dettaglio . Come può aprirsi al delivery ? È un ’ attività da comunicare all ’ ASL / ATS / AUSSL del territorio ?
« È un attuale vuoto normativo . Non è contestato . A mio giudizio è necessario fare un ’ integrazione alla SCIA o se precedente al 2007 , alla propria autorizzazione sanitaria , comunicando l ’ inserimento di un ’ ulteriore attività . Naturalmente il piano di autocontrollo ( HACCP ), redatto secondo il Reg . CE 852 / 2004 , deve supportare appieno tale attività ».
Dialogando con alcuni titolari di ristoranti è emersa la scottante questione dei contenitori per la conservazione e il trasporto degli alimenti . Quali sono le
Ancora sui contenitori . Può bastare inserire il cibo pronto nella vaschetta o nel sacchetto o bisogna aggiungere delle etichette ? Qual è la discriminante ( un amico ristoratore ha indicato la differenza nella vendita di alimenti caldi o freddi )? Se è davvero necessario apporre un ’ etichetta , cosa ci deve essere indicato sopra ? « Allo stato di fatto è presente un vuoto normativo . Ma andiamo per gradi : preparare , confezionare e vendere in conto proprio a distanza prevedrebbe l ’ applicazione di un ’ etichetta , redatta secondo quanto disposto dal Reg . CE 1169 / 2011 . Credo che dopo il pandemonio coronavirus molti comuni si accorgeranno del vuoto normativo . La differenza sostanziale tra il cliente che ritira il cibo direttamente presso il ristorante e la consegna presso il domicilio del cliente risiede proprio nella definizione delle comunicazioni obbligatorie che devono comparire . A mio giudizio già allo stato di fatto attuale tutti i ristoranti hanno l ’ obbligo di inserire nel loro sacchetto una comunicazione degli allergeni presenti come ingredienti per ogni singolo piatto . Purtroppo , a sei anni dall ’ introduzione dell ’ obbligo di comunicare la presenza degli allergeni quando questi rappresentano un ingrediente , si assiste solo parzialmente alla corretta applicazione di questo importante fattore di sicurezza alimentare ».
29