GRANDE CUCINA 04-2025 | Page 33

ICONOGRAFIA DEL TERRITORIO: DA TAORMINA A TORRE DEL GRECO, I RISTORANTI PRINCIPE CERAMI E SAN PIETRO BISTROT DEL MARE LEGANO LA LORO PROPOSTA DEGUSTATIVA A UN RACCONTO PER IMMAGINI CHE RICHIAMA I LUOGHI D’ APPARTENENZA
di Daniel Stoico
@ Petar Mitrovic
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L’ ISOLA DENTRO UNA BUSTA
Principe Cerami – San Domenico Palace, Taormina
A Taormina, il Principe Cerami, una stella Michelin guidato dallo chef Massimo Mantarro, interpreta il concetto di menu come gesto simbolico e racconto visivo del territorio. La carta arriva in tavola sigillata con ceralacca dorata, come una lettera personale: un invito a entrare nel mondo del ristorante, tra discrezione e ritualità. All’ interno, la Sicilia è disegnata al centro di un foglio ruvido, circondata da piccole illustrazioni— il pistacchio di Bronte, il gambero rosso, i limoni, il vino dell’ Etna, le mandorle— che ne raccontano la ricchezza gastronomica. Un’ immagine che, prima ancora delle parole, definisce il tono del luogo: sobrio, elegante, profondamente legato alla terra che lo nutre. Il concept nasce all’ interno della brigata stessa, senza collaborazioni esterne, come naturale estensione della filosofia di Mantarro:
“ un viaggio di ritorno all’ essenziale”. Stagionalità, produttori locali, rispetto per la materia prima e per l’ identità dell’ isola: principi che trovano una sintesi visiva in questo piccolo atto di design. Aprire il menu del Principe Cerami è un gesto che unisce curiosità e rispetto, come scartare un messaggio custodito con cura. La grafica si fa linguaggio poetico, e il territorio non è più solo il punto di partenza del piatto, ma la chiave narrativa dell’ intera esperienza. Nel racconto visivo di questi due menu— il Vesuvio che pulsa a Torre del Greco e la Sicilia racchiusa in una busta a Taormina— il territorio smette di essere semplice sfondo. Diventa segno, simbolo, voce silenziosa che accompagna il gesto gastronomico. È in queste carte, più che nei piatti, che oggi molti ristoranti scelgono di raccontarsi: con la consapevolezza che un menu può contenere, già da solo, l’ anima di un luogo.