GRANDE CUCINA 02-2025 | Page 77

Ca’ del Bosco praticamente nasce insieme alla ristorazione dei primi anni’ 90
@ Tom Hyland
@ Giuseppe La Spada
Maurizio Zanella
77 gastronomico; meno acidità, più flessibilità, per molteplici abbinamenti. Ma bisogna andare all’ estero per raccontarlo ai ristoratori, ai sommelier, che se lo trovano in carta fra un Prosecco e uno Champagne, spesso a un prezzo importante, e a volte non sanno bene come descriverlo ai clienti », nota. La ristorazione è sempre stata amica del Franciacorta, ricorda Zanella, ben prima della partnership con la Guida Michelin, datata 2021. « Come Ca’ Del Bosco siamo praticamente nati insieme alla ristorazione dei primi anni’ 90, quando c’ è stato il passaggio dalle osterie ai ristoranti, alle stelle Michelin, al fine dining. Tuttora abbiamo una quota vendite molto sproporzionata a favore dell’ Horeca ». Settore che Maurizio Zanella conosce bene e per il quale ha una visione chiara, mettendo sotto esame soprattutto la cultura“ dell’ esperienza”, che a volte si trasforma in dittatura: « La crisi della ristorazione? È innegabile che serva un cambio di passo, un’ attualizzazione del servizio. Oggi la gente esce meno e, quando lo fa, vuole divertirsi. I consumatori sono attenti alla qualità ma non integralisti, più esperti, e conoscono le materie prime. In sostanza, vogliono mangiare ciò che preferiscono e non quello che è imposto da un menu rigido o dal solo estro dello chef », sottolinea.
Una vita per il vino La storia personale di Maurizio Zanella nel
mondo del vino è quasi una leggenda. Studente ribelle,“ spedito” dai genitori in un viaggio studio in Francia ancora minorenne, folgorato sulla via dello Champagne e tornato pieno di idee per contaminare quella terra famosa fino a quel momento per i vini fermi, soprattutto rossi. Educato dal gigante Veronelli“ a rompere gli schemi sempre e comunque”, per il consorzio Franciacorta è stato fondatore, motore e anima“ e pure copywriter” – ride: « sono mie le primissime pubblicità del consorzio ». Una pubblicità fatta sempre in modo rarefatto, trasversale, anche per Ca’ del Bosco: « Non sappiamo cosa sia uno storytelling; noi tentiamo di costruire un racconto, che è una cosa ben diversa. Soprattutto, non facciamo vini perché abbiamo fatto un’ a- nalisi di mercato ». Anche perché un capolavoro come l’ Annamaria Clementi, dedicato alla madre che volle fortemente la proprietà dove ora sorge la tenuta e vera ispiratrice di quello che è successo dopo,