GRANDE CUCINA 02-2025 | Page 66

BOLLICINE IN PUREZZA

di Barbara Sgarzi
FOCUS
ALL’ INTERNO DI UN BELLISSIMO BORGO DEL CINQUECENTO, LA REALTÀ DI VILLA FRANCIACORTA FA DEL TERRITORIO NON UNA BANDIERA, MA UNA FILOSOFIA. CON UN’ OSPITALITÀ A TUTTO TONDO FRA CANTINA E TAVOLA E SOLO MILLESIMATI PER MANTENERE LA PUREZZA DELL’ ANNATA. MA SENZA DIMENTICARE I ROSSI DELLA TRADIZIONE
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G

astronomico. Questo aggettivo relativo al vino – bellissimo anche nella versione francese, gourmand – sta prendendo sempre più piede nelle degustazioni e nelle descrizioni del calice. Significa, intuitivamente, la qualità di un vino particolarmente amico della tavola, che si esalta negli abbinamenti e riesce a valorizzare ogni portata. Molto adatto a tempi in cui la demonizzazione dell’ alcol è di moda e l’ abbinamento con il cibo può essere un’ ottima strada verso il bere responsabile. Gastronomici, come i vini di Villa Franciacorta. Bollicine, certo: ma anche, conviene ricordarlo in terra di grandi spumanti, rossi fermi, come da tradizione. Era il 1960 quando il fondatore, Alessandro Bianchi, decide di recuperare il primo nucleo abitativo di Monticelli Brusati, un borgo del Cinquecento chiamato appunto Villa. Avanti veloce, siamo con Roberta Bianchi, alla guida dell’ azienda con il marito Paolo Pizziol e, da poco entrati in azienda, i figli Alessio e Matteo. L’ amatissimo fondatore è scomparso nel 2020, ma la sua passione, comune a
quella di molti imprenditori bresciani che moltiplicavano il poco tempo libero per dare vita al miracolo Franciacorta, è più viva che mai. « Interpretiamo ogni annata in purezza creando esclusivamente millesimati, vinifichiamo solo uve di nostra produzione, da viticoltura biologica, e usiamo solo i nostri lieviti in prima fermentazione » spiega Roberta Bianchi, con la sua solida formazione scientifica: dei lieviti, due ceppi selezionati tra i circa 300 individuati e mappati in cantina, potrebbe parlare per ore. E per dare continuità alle vigne, in azienda c’ è un vivaio per clonare e selezionare le barbatelle.
Dove il tempo si è fermato Sono 100 gli ettari di proprietà, di cui un
totale di 46 a vigneto, gli altri a seminativo e boschivo. La tenuta è al centro di un borgo incantevole dove il tempo si è fermato alla vista, ma non nella sostanza e nell’ innovazione tecnologica. Alle spalle della villa di famiglia, che ospita spesso eventi e degustazioni, un’ impressionante vigna terrazzata a strapiombo è la culla dei grappoli a bacca rossa per produrre il
Gradoni, quel taglio bordolese della tradizione franciacortina che spicca tra l’ oro delle bollicine. La cantina sorge proprio sotto alle terrazze, interamente ipogea, integrata nel paesaggio e cresciuta negli anni, a partire dal primo nucleo originario del Cinquecento. Qui, nella quasi totale oscurità, le bottiglie vengono prima accatastate, una ad una a mano, e successivamente disposte in pupitres. « Ogni giorno vengono rigirate a mano 19.000 bottiglie, secondo l’ antica arte del remuage. Un lavoro enorme: si calcola che ogni bottiglia sia toccata ben 150 volte prima di giungere in tavola », calcola Roberta Bianchi. E a proposito di tavola, torniamo ai nostri vini gastronomici: « Il suolo di Villa Franciacorta è di origine marina, antico, risalente al giurassico. Argille sedimentarie e marne stratificate formano rocce ricche di fossili marini, con grande capacità di trattenere l’ umidità. La vite, quindi, non è mai sottoposta a stress idrico e garantisce ottime acidità, a garanzia di qualità e longevità dei vini ». Ma anche di complessità aromatica e sapidità, vera cifra stilistica dell’ azienda. Il tutto, per la gioia degli abbinamenti. Tra