Giuseppe Mancino , 43 anni Grand Hotel Principe di Piemonte ,
Viareggio ( LU ) Di proprietà del Gruppo Nesti ,
The Leading Hotels of the world 5 stelle lusso
80 camere Ristorante Il Piccolo Principe
2 stelle Michelin
GIUSEPPE MANCINO
La mia cucina ha acquisito una sua identità , ho cominciato a trattare diversamente i prodotti , a creare piatti sostenibili e ad azzerare gli scarti
GIUSEPPE MANCINO PRINCI- PE DI PIEMONTE VIAREGGIO .
In principio era il Select Palace . Nel 1922 , quando Viareggio si stava accreditando come meta di villeggiatura per aristocrazia e alta borghesia , il conte e ingegnere fiorentino Giuseppe De Micheli decise di costruire un albergo che ricordasse in imponenza il Carlton di Cannes . Si dice ci siano voluti 240 giorni per innalzare i due piani delle due facciate raccordate da una torre angolare , tre anni dopo furono costruiti altri due livelli . C ’ era l ’ acqua calda nelle camere , apparecchi telefonici e una lavanderia automatica . L ’ elite del vecchio e del nuovo mondo arrivava qui : Wallis Simpson , Edoardo VIII e Guglielmo Marconi vi hanno soggiornato . Il nome del Select cambia in Principe di Piemonte negli anni Trenta . Le epoche si susseguono , cambiano i protagonisti e circa 100 anni dopo l ’ hotel cambia proprietà ( oggi è del Gruppo Nesti ) e pelle grazie a un restyling sostenibile , poco invasivo ma soprattutto rispettoso della sua storia . Qui le opere di arte contemporanea dialogano e valorizzano i pezzi da collezione , le vecchie specchiere dorate e i lampadari di Murano . Oggi l ’ hotel 5 stelle lusso ha 80 camere , sul rooftop al quinto piano , c ’ è il Maitò Viareggio , lo spin off dello storico ristorante di Forte dei Marmi , e al bar panoramico regnano i cocktail di Simone Corsini . Ma il fiore all ’ occhiello della struttura è all ’ interno della veWranda al piano terra : “ Il Piccolo Principe ”, l ’ unico ristorante della costa toscana con due stelle Michelin . Giuseppe Mancino , executive chef cresciuto alla corte di Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse , che firma anche la prima colazione e l ’ intera offerta food , ne è a capo da 19 anni . « In tutto questo tempo il mio modo di cucinare è cambiato , quando sono arrivato qui a Viareggio non esisteva una ristorazione alberghiera di qualità , allora ho cominciato a preparare piatti di pesce ben fatti , ricette classiche con ottime materie prime , come il crudo di mare o i calamaretti sotto vetro . È così che è arrivata la prima stella nel 2008 . Poi i miei piatti sono cambiati : la mia cucina ha acquisito una sua identità , ho cominciato a trattare diversamente i prodotti , a creare piatti sostenibili e ad azzerare gli scarti . Ed è arrivata la seconda stella ». Mancino è legato al concetto di “ farm to kitchen ” ben prima che diventasse una moda . L ’ hotel non ha gli spazi per avere un orto proprio ed è così che si è affidato all ’ azienda agricola di Luca Salvadori , che dista pochi chilometri . È da qui che arrivano i prodotti vegetali che sono il punto di forza della cucina dello chef . Nell ’ orto biodinamico di Salvadori sono banditi pesticidi e sostanze chimiche , la coltivazione avviene nel rispetto dei cicli naturali e tutti gli scarti vengono riutilizzati per produrre humus . Alcune verdure vengono coltivate in acquaponica , fuori suolo , in maniera completamente naturale e sostenibile . Dallo stesso orto biodinamico provengono la frutta e gli ortaggi che si ritrovano sul sontuoso buffet della prima colazione , famoso anche per la live station dedicata alle uova di Simone Ianniello , dell ’ Azienda agricola Gallus , dove galline di ogni razza , ma anche oche di Tolosa e anatre mute , sono libere di razzolare all ’ aperto , di bagnarsi nello stagno e di scegliersi il cibo che trovano nell ’ aia e sotto gli alberi da frutta .
97