Giornalino2011 | Page 30

C ’ E ’ SPAZIO PER TUTTI

C ’ E ’ SPAZIO PER TUTTI

Se qualcuno è ancora dell ’ idea

che la Geometria sia soltanto un ammasso di regole da studiare e motivo di tanti debiti in matematica , sicuramente non avrà letto “ Il grande racconto della geometria : C ’ è spazio per tutti ” , che mostra al lettore , attraverso anche un ricco corredo iconografico , il valore encomiabile di questa disciplina che convive con noi e dentro di noi .
“ Apri dunque il tuo cuore alla matematica , e preparati a innamorarti ”, con queste parole Piergiorgio Odifreddi , autore del libro , motiva il suo pubblico di lettori a cambiare la propria forma mentis offrendo argomentazioni salde e difficili da confutare . A fare da cornice alle varie tematiche di carattere filosofico e scientifico sono i riferimenti storici che offrono un quadro generale e completo , utile al lettore che intanto comincia a modellare il proprio pensiero su quello dell ’ autore . Lo “ spazio ” non costituisce soltanto un oggetto di studio scientifico ma va a coinvolgere anche il campo più “ profondo ” di noi , dunque i nostri sentimenti e le nostre a- zioni . Lo stile leggero e semplicistico che caratterizza il “ racconto ” è compensato dalla preparazione culturale alquanto ricca dell ’ autore di cui i riferimenti a Gauss , Bolyai , Riemann e Lobacevskij sono la dimostrazione . Odifreddi ripercorre passo dopo passo lo sviluppo della geometria nel corso dei tempi , a partire da quattromila anni fa per proseguire con l ’ analisi delle antiche civiltà in cui comincia a svilupparsi il concetto di spazio , oltre a quello euclideo che è omogeneo , limitato e “ a curvatura zero ”; quindi passa ad argomentare anche lo spazio non-euclideo tipico delle riflessioni degli studiosi precedentemente citati . La passione dell ’ autore per tutto ciò che è di sapore scientifico mette ancor più in risalto il suo scetticismo da definire in parte “ apparente ” in quanto l ’ intento è esclusivamente quello di evitare di sfiorare una teologia che potrebbe appannare le lenti di uno studioso chiamato a dipingere una realtà esclusivamente attraverso gli strumenti della ragione . Dunque non esitiamo a “ sederci sulle spalle dei giganti per vedere più lontano ” e come Newton che si sedette sulle spalle di Galileo e Keplero “ per osservare il cielo con l ’ occhio della mente oltre che col cannocchiale ”, anche noi possiamo andare oltre l ’ apparenza e gli stereotipi che spesso ci impediscono di allargare gli orizzonti della nostra conoscenza !
Corrado Cavaliere
IV A PNI
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