Giornalino di Istituto 2013 | Page 16

Gioventù inviolata Q uello dei giovani è un argo- mento scabroso sul quale un po' tutti si sentono in diritto di parlare. In una conferenza svoltasi all'università di Catanzaro il professore Vittorino Andreoli ha affermato che ciò che manca agli adolescenti è l’insieme dei principi, qualunque essi siano. È quindi meglio avere dei genitori che <> il figlio cercando di inculcargli i propri valori, o dei genitori che lo abbandonano alla ricerca di se stesso? Checchè ne dicano i manichei, a volte la verità sta nel mezzo. Per quanto infatti certi genitori possano apparire, agli occhi altrui, arcaici e tradizionalisti, non sono forse proprio loro a dimostrare più interesse nei confronti dei figli, mentre chi li lascia davanti alla TV a ingozzarsi li condanna alla noia nei confronti del reale? È infatti più sano che un figlio impari a ribellarsi e ad affermarsi in ambito familiare, con gente che lo com- prende e lo ama, piuttosto che crescere rimanendo un disadattato e un viziato incapace di farsi valere nella società, il cosiddetto <>, che non ha niente a che fare col semplice disoccupato…..ma questa è tutta un'altra storia. La generazione ribelle, idealista e rivoluzionaria per antonomasia è infatti quella dei sessantottini che tentarono di distruggere il vecchio e malato ordine costituito: è nella normalità che ogni nuova generazione appare scandalosa ed incontrollabile agli occhi di quelle precedenti. È nell'adolescenza quindi che il ragazzo, come afferma Galimberti nel suo libro "L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani", deve abbracciare totalmente la sua ombra, i suoi desideri più impronunciabili e non rinnegare mai ciò che è. Non sono forse spesso quelli con la faccia pulita e ordinati a rivelarsi i criminali più sanguinolenti? L'edonismo vissuto con coscienza non è certo un male per un giovane. Cosa succede invece se parcheggiamo i ragazzi a casa di fronte al computer o alla Tv a farsi vomitare in faccia violenza, mediocrità e squallore? Succede che diventano annoiati e noiosi, privi di argomenti, passioni e sogni. In "Lettera a un insegnante" Andreoli parla bene, quindi, quando afferma che gli adolescenti devono essere animati da un ideale, un qualcosa che li spinga a distruggere tutto con radicalità per rincorrere il proprio “Paradiso” in terra. Non dobbiamo permettere che questa fiamma vitale si spenga, che le ragazze pensino che concedersi per fare carriera non sia poi così sporco, che i ragazzi vogliano solo un lavoro per tirare a campare. I giovani non vogliono diventare passivi, conformisti e noiosi, semplicemente credono di non avere scelta, quando anche i loro professori continuano a dire loro che è inutile lottare e che bisogna sottostare alle regole anche se non le si ritengono giuste. Bisogna stimolarsi, provocarli, far scoppiare in loro quel dinamismo e quella forza d'animo che tutto possono, fargli trovare il coraggio di ribellarsi alla spazzatura e alla mediocrità che li circonda. Tutte queste parole sono riassunte, nonchè meglio esplicate, da un brano tratto dalla canzone "L'elefante bianco" degli Area:<>. Lorenzo Tommasi III A liceo Scientifico PAGINA 16