Carpe diem
Un giorno nasci,
l’altro muori. Questo è ciò che essenzialmente caratterizza la vita; la
sua
limitatezza.
Spesso non ci si
rende conto del
fatto che la vita non è eterna e che ogni
giorno potrebbe essere l’ultimo. L’uomo
vive credendo di avere tutto il tempo di
questo mondo, quando in realtà la vita è
breve, brevissima se confrontata con
l’eternità dell’ Universo.
Il detto “CARPE DIEM” di Orazio, quel
“Cogli l’attimo” ha un significato immenso
dunque. Vivere, vivere al massimo delle
proprie possibilità, concedendosi follie,
vittorie, momenti di spensieratezza; que-
sto è quello che ogni uomo dovrebbe fare.
C’è invece chi si fa rubare il tempo dalle
paranoie, paure, continui rimpianti. Rimanere a guardare una porta ormai chiusa
non consente a molti di vederne altre cento che si sono aperte: restare ancorati ad
un passato che non tornerà impedisce di
vivere il presente, di progettare il futuro.
Catullo stesso seppur tormentato da un
profondo dissidio interiore scriveva:
“Vivamus mea Lesbia, atque amemus.
Soles occidere et redire possunt: nobis, cum semel occidit brevis lux, nox
est perpetua una dormienda”.” Viviamo,
mia Lesbia, ed amiamoci. I giorni tramontano e tornano; ma noi, quando cade la
breve luce della vita, dobbiamo dormire
un’unica, interminabile notte”. Egli era
infatti consapevole che la vita può finire
da un giorno all’altro, dunque voleva viverla e goderla al massimo.
La vita è un soffio, un istante che si rigetta
poi nell’eternità della morte. Chiunque
dovrebbe riflettere su questo e rendersi
conto di avere un’unica occasione per
poter vivere. Vivere in modo sano ovviamente, non con l’ebbrezza di droghe ed
alcool perché anche in quel caso si tratterebbe di uno spreco enorme. La vita è una,
Dio ce l’ha concessa, sta a noi decidere
cosa farne: un capolavoro o un totale disastro. Tutto sta nelle nostre mani: “homo
faber fortunae suae”, siamo noi gli artefici
del nostro destino. Anche Vasco in una
delle sue canzoni dice: “ la vita è un brivido
che vola via, è tutto un equilibrio sopra la
follia” ed è proprio questo il pensiero su cui
si dovrebbe fondare l’esistenza di ogni individuo.
A detta dello stesso Seneca la maggior
parte degli uomini si lamenta dell’avarizia
della natura, poiché li ha generati per un
breve spazio di tempo. Ma ci è stata data
una vita abbastanza lunga anche per la
generazione delle più grandi imprese, sempre che venga ben investita.
A questo proposito forse il fatto non è che
abbiamo poco tempo ma che ne sprechiamo molto. Bisognerebbe vivere come se si
dovesse morire domani e pensare come se
non si dovesse morire mai.
Alba Blandizzi
IV A Liceo P.N.I.
CONFLITTI GENITORE-FIGLI
L’adolescenza ( da adolescere = crescere) è l’età che separa la puerizia dalla giovinezza. Durante questo periodo l’individuo sente il forte
bisogno di capire il proprio ruolo all’interno della società, di conoscere
se stesso. I genitori si impegnano nell’educazione, nella formazione del
ragazzo, ma lui è impassibile a qualsiasi stimolo. Non è più il bambino che obbedisce e che
rispetta; lui adesso capisce e si ribella, protesta contro qualsiasi forma di subordinazione. I
genitori non sanno che comportamento adottare. Sicuramente non porta a buoni risultati
l’instaurazione di un rapporto rigido tra padre e figlio. Il padre, anzi, deve avere una disposizione benevola nei confronti del figlio e
deve basare il rapporto sulla fiducia e il rispetto reciproco, insegnando al figlio una dottrina del bene. Il ragazzo, soprattutto nell’età
infantile, deve essere responsabilizzato affinché le sue azioni non siano compiute per costrizione o per paura di una punizione, altrimenti il figlio ritorna alla sua inclinazione, ma le sue azioni devono essere dettate dal proprio interno. Bisogna rispettare la nozione
per cui certe cose si devono fare e altre mai, in modo che ci si possa fondare su certezze e imperativi. “ Il rispetto delle regole è una
necessità per campare”. I principi non possono mancare.
Ma il problema fondamentale di oggi è proprio l’assenza di questi principi, che porta l’adolescente a non saper scegliere la strada
che dovrà intraprendere. La scuola è il posto più adatto per trovare la tranquillità e per mettersi a confronto con altri adolescenti che
vivono le sue stesse situazioni. Durante l’adolescenza il ragazzo si apre al mondo del reale, conosce e si stupisce, ma nella maggioranza dei casi, se non ha ricevuto una buona educazione, non sa cosa è giusto, cosa è sbagliato. Commette errori, ma soltanto per il
semplice fatto che è ignorante del bene: “ L’uccisione simbolica della loro parte infantile si è tramutata nel suicidio degli aspetti più
creativi del sé” ( G. Pietropoli Charmet).
Ragazzine con minigonne, borsetta e trucco a scuola, ragazzi con birra in mano e sigaretta il sabato sera, raccomandazioni che non
saranno mai rispettate, ma calpestate dall’ignoranza e dall’inconsapevolezza di un “ uomo” che si affaccia alla realtà. Queste scene
compaiono sempre ai nostri occhi e il primo pensiero che ci sovviene quale è se non quello di pensare al loro ideale di vita? << A
quale modello si stanno ispirando? >>. La risposta è semplice. La maggior parte non ha un modello da seguire o meglio si rifiuta di
conoscerlo, sperduta nelle speranze e nella spensieratezza tipica dell’adolescente che imita e rispecchia le figure, i modelli offerti
dalla TV.
Il tema dell’ “ adolescenza” è spesso oggetto di varie conferenze; psicologi e genitori si incontrano per parlare dei propr ?????????????)?????????????????????????????????????????????????????3?e???????????p???????????t??????????????????????????????e??????????????)??????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????? ???????????????????????????????????????????%????????????????????????????????????????????????????????????????????)????e??????????????????????????????????????????????????????????????????????e???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????()???????9?????)%%$??1?????M?????????()A%9((??((0