LA CONTINUITÀ DEL SERVIZIO, ESSENZIALE PER EVITARE INTERRUZIONI, È GARANTITA TRAMITE UNA CORRETTA PROGETTAZIONE E LA SELEZIONE ADEGUATA DI DISPOSITIVI ELETTRICI
FOCUS 37
Nota: Non vengono forniti valori per armoniche di ordine superiore a 25, poiché di solito sono piccole, ma in gran parte imprevedibili a causa degli effetti di risonanza.
Tabella 2. Valori delle tensioni armoniche nei punti di connessione di bassa tensione, fino al 25 ° ordine, espressi in percentuale della tensione fondamentale U1
terminare quali sono le caratteristiche della tensione nel punto di connessione. Fra le grandezze citate ricordiamo:
• Squilibrio di tensione: in un sistema polifase, condizione nella quale i valori efficaci delle tensioni tra le fasi( componente fondamentale) o gli angoli di fase tra le tensioni di fase consecutive, non sono uguali;
• Flicker( fluttuazione di tensione): impressione di instabilità della percezione visiva indotta da uno stimolo luminoso la cui luminanza o la cui distribuzione spettrale fluttua nel tempo;
• Variazione della tensione: aumento o diminuzione della tensione efficace normalmente provocato dalle variazioni del carico;
• Tensione armonica: tensione sinusoidale la cui frequenza è un multiplo intero della frequenza fondamentale della tensione di alimentazione. Per quanto riguarda le variazioni di tensione, come abbiamo già visto, la Norma CEI EN 50160 prescrive che « in condizioni normali di esercizio […] le variazioni della tensione di alimentazione non dovrebbero superare ± 10 % della tensione nominale Un ». Come precisato in 4.1 « la tensione nominale normalizzata Un per la bassa tensione è Un 230 V, sia tra le fasi e il neutro sia tra le fasi ». In particolare, per i sistemi trifase a quattro conduttori, 230 V è la tensione tra fase e neutro, mentre nei sistemi trifase a tre conduttori, 230 V è il valore di tensione tra le fasi. Il valore della frequenza nominale è 50 Hz. Per quanto riguarda i disturbi ed in particolare gli squilibri della tensione di alimentazione( 4.2.4), ad esempio, la norma indica che in condizioni normali di funzionamento, per ogni periodo di una settimana, il 95 % dei valori efficaci calcolati su 10 minuti della singola tensione armonica deve essere minore o uguale ai valori indicati nella Tabella 2( modificata rispetto alla passata edizione). Per quanto riguarda i buchi di tensione, « generalmente originati da guasti che si producono nella rete pubblica o negli impianti degli utenti della rete »,
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misurati e rilevati secondo la EN 61000-4-30, la norma fornisce una tabella contenente la classificazione secondo la tensione residua del buco di tensione e la durata. Secondo la definizione normativa( 3.3.13), la tensione residua del buco di tensione è il « valore minimo della tensione efficace registrato durante un buco di tensione ». Come nella precedente versione, la norma fornisce anche la classificazione delle sovraelevazioni di tensione secondo la tensione e le durate minime. Per sovraelevazione di tensione o sovraelevazione di tensione a frequenza di rete, la norma( 3.3.15) considera un « aumento temporaneo della tensione efficace in un punto del sistema di alimentazione elettrico al di sopra di una soglia di inizio specificata ». La nuova edizione, inoltre, si focalizza su altri fenomeni come la Power Quality( PQ) introducendo la standardizzazione dei livelli di qualità per frequenze comprese tra 0,1 kHz a 150 kHz. Ulteriori informazioni sui fenomeni delle caratteristiche della tensione di alimentazione in presenza di sistemi di comunicazione di rete e / o apparecchiature che utilizzano la tecnologia switching connessa alla rete sono contenute nel nuovo Allegato C( informativo). Per quanto riguarda le reti di distribuzione in media tensione( Capitolo 5), la norma presenta i fenomeni comuni come l’ intervallo di variazione della frequenza fondamentale misurata « in un intervallo di 10 s ». Come per la bassa tensione, nel caso di sistemi con collegamento sincrono ad un sistema interconnesso, l’ intervallo di variazione della frequenza nominale di 50 Hz deve essere:
• ± 1 %( 49,5 Hz ÷ 50,5 %) durante il 99,5 % di un anno;
• + 4 % /- 6 %( 47 Hz ÷ 52 Hz) durante il 100 % del tempo.
Nel caso di sistemi senza collegamento sincrono ad un sistema interconnesso, l’ intervallo di variazione della frequenza nominale di 50 Hz deve essere:
• ± 2 %( 49 Hz ÷ 51 %) durante il 95 % di una settimana;
• ± 15 %( 42,5 Hz ÷ 57,5 Hz) durante il 100 % del tempo.
Anche in media tensione( forniture con tensione nominale superiore a 1 kV e fino a 36 kV compresi) « in condizioni di esercizio, escludendo i periodi con interruzioni, le variazioni della tensione di alimentazione » non dovrebbero « superare il ± 10 % della tensione dichiarata Uc » ovvero della « tensione di alimentazione Uc concordata tra l’ operatore della rete di distribuzione e l’ utente della rete »( 3.2.8). Come specificato nella nota all’ articolo 4.1 « nei sistemi a bassa tensione la tensione dichiarata e la tensione nominale sono uguali ». Nei casi di reti non interconnes-
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