Giornale dell'Installatore Elettrico Lug/Ago 2025 | Page 53

DAL 2025 SARÀ VIETATO INCENTIVARE IMPIANTI TERMICI A COMBUSTIBILI FOSSILI, CON L’ OBIETTIVO DI ACCELERARE LA DECARBONIZZAZIONE DEGLI EDIFICI
TRANSIZIONE ELETTRICA 53 gono numerose criticità che potrebbero ostacolare la piena realizzazione degli obiettivi fissati dall’ Unione europea. Si tratta di nodi tecnici, politici, economici e operativi, che i singoli Stati membri dovranno affrontare in tempi brevi per evitare ritardi e frammentazioni nell’ attuazione. Uno dei primi aspetti critici riguarda la capacità amministrativa e gestionale dei singoli Paesi, a partire dalla redazione dei Piani nazionali di ristrutturazione. Nonostante il quadro normativo sia ormai definito, molti Stati non dispongono ancora di un’ infrastruttura amministrativa pronta a garantire la raccolta e l’ elaborazione dei dati, la redazione delle roadmap triennali e la loro verifica periodica. Questo è particolarmente vero per Paesi come l’ Italia, che presentano un patrimonio edilizio eterogeneo, spesso obsoleto, e un apparato burocratico frammentato tra competenze centrali, regionali e locali. A ciò si aggiunge il tema delle risorse finanziarie necessarie. La direttiva incoraggia gli Stati membri a mobilitare investimenti pubblici e privati, ma non prevede un fondo dedicato a livello europeo. L’ assenza di un sostegno finanziario strutturale e diretto, come era accaduto con
DAL 2025 SARÀ VIETATO INCENTIVARE IMPIANTI TERMICI A COMBUSTIBILI FOSSILI, CON L’ OBIETTIVO DI ACCELERARE LA DECARBONIZZAZIONE DEGLI EDIFICI
il Recovery Fund, solleva dubbi sulla reale capacità di garantire equità sociale e inclusività. In particolare, il rischio è che i soggetti vulnerabili o le piccole imprese non riescano ad accedere agli incentivi o a sostenere gli investimenti richiesti, generando un effetto di esclusione. Un altro nodo rilevante è quello della transizione degli impianti termici. L’ eliminazione graduale delle caldaie a gas a partire dal 2025 ha suscitato forti reazioni da parte di alcune associazioni di categoria e governi nazionali, che temono ricadute negative sulle filiere industriali tradizionali, sugli occupati e sui consumatori. La direttiva, pur precisando che saranno possibili sistemi ibridi ad alta efficienza in fase transitoria, lascia aperta la questione del reale grado di accettabilità sociale e politica della misura. Anche sul fronte della disponibilità di manodopera qualificata, emergono preoccupazioni: il potenziale aumento della domanda di lavori di riqualificazione rischia di scontrarsi con una carenza strutturale di tecnici formati, installatori specializzati e operatori aggiornati sui nuovi standard. Senza un piano nazionale serio di formazione professionale e riconoscimento delle competenze, molti interventi rischiano di rimanere sulla carta. Infine, rimane aperta la questione della governance multilivello. L’ efficacia della direttiva dipenderà in larga parte dalla capacità degli Stati di coordinare le azioni tra livelli di governo diversi – nazionale, regionale, locale – e di attivare sinergie reali tra pubblico e privato. In assenza di un presidio centralizzato o di un ente tecnico dedicato alla regia della transizione edilizia, si rischia una frammentazione degli interventi
VADEMECUM PER INSTALLATORI E PROGETTISTI: COME ORIENTARSI NELLA DIRETTIVA EPBD 2024
e una perdita di efficacia sistemica. La direttiva EPBD rappresenta un passo epocale verso la decarbonizzazione dell’ edilizia europea. Ma perché gli obiettivi si traducano in risultati concreti, serviranno più di norme e scadenze. Sarà determinante la capacità degli Stati di costruire una governance efficace, mobilitare risorse adeguate, semplificare gli strumenti attuativi e investire nella formazione delle professionalità tecniche. Senza questi elementi, il rischio è che la portata trasformativa della direttiva resti confinata sulla carta, rallentando un processo che invece richiede urgenza, coerenza e visione strategica.
• La direttiva richiede un approccio integrato: non basta intervenire su singoli impianti, ma occorre progettare soluzioni che coinvolgano edificio e sistemi energetici nel loro complesso.
• Il passaporto di ristrutturazione è lo strumento digitale chiave per guidare la riqualificazione energetica degli edifici, da redigere con attenzione ai requisiti normativi e tecnici.
• Gli impianti elettrici assumono un ruolo centrale: crescita di pompe di calore, fotovoltaico, sistemi di accumulo e automazione richiede competenze aggiornate e capacità di coordinamento multidisciplinare.
• Occorre familiarizzare con i nuovi strumenti digitali per la diagnosi, la modellazione e il monitoraggio delle prestazioni energetiche.
• La normativa impone anche un impegno documentale e amministrativo: produzione e aggiornamento di passaporti, gestione delle pratiche negli sportelli unici e rispetto degli standard di sicurezza.
• La formazione continua è essenziale per adeguare competenze tecniche e normative, cogliendo le opportunità offerte dai piani nazionali di riqualificazione e dagli incentivi.
• La collaborazione con altri professionisti e enti locali sarà fondamentale per realizzare interventi combinati e a valore aggiunto, valorizzando il ruolo consulenziale e di coordinamento.
GIE- IL GIORNALE DELL’ INSTALLATORE ELETTRICO