ENTRO IL 2030 GLI STATI MEMBRI DOVRANNO RIQUALIFICARE ALMENO IL 16 % DEGLI EDIFICI NON RESIDENZIALI MENO EFFICIENTI, SALENDO AL 26 % ENTRO IL 2033
50 TRANSIZIONE ELETTRICA I LEGISLAZIONE
sentato dai Piani nazionali di ristrutturazione, che assumono un ruolo cardine nell’ attuazione concreta degli obiettivi europei. Se le precedenti versioni della direttiva lasciavano ampi margini di discrezionalità agli Stati membri, l’ edizione 2024 impone per la prima volta una programmazione obbligatoria, triennale e verificabile degli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. I Piani dovranno indicare in modo chiaro come ciascun Paese intenda contribuire al raggiungimento degli obiettivi comunitari, sia per quanto riguarda la riduzione dei consumi energetici negli edifici residenziali e non residenziali, sia per l’ eliminazione progressiva delle caldaie a combustibili fossili. A questo scopo, dovranno essere
SPORTELLI UNICI LOCALI: IL SUPPORTO CHIAVE PER CITTADINI E PROFESSIONISTI
Gli Stati devono istituire sportelli unici per l’ efficienza energetica con un servizio pro capite definito( es. uno ogni 80.000 abitanti o per regione, ecc.). Questi centri erogano consulenza tecnica, normativa e finanziaria, con priorità alle famiglie vulnerabili, alle PMI e ai proprietari di edifici inefficienti. L’ obiettivo è creare punti di riferimento territoriali accessibili in meno di 90 minuti, cruciali per l’ accesso ai bonus e per l’ accompagnamento degli interventi.
ENTRO IL 2030 GLI STATI MEMBRI DOVRANNO RIQUALIFICARE ALMENO IL 16 % DEGLI EDIFICI NON RESIDENZIALI MENO EFFICIENTI, SALENDO AL 26 % ENTRO IL 2033
strutturati con una visione di lungo periodo( fino al 2050), ma articolati in traguardi intermedi misurabili ogni tre anni. Secondo le indicazioni europee, ogni Piano nazionale dovrà contenere almeno cinque elementi fondamentali: una strategia di decarbonizzazione del parco immobiliare nazionale, un calendario dettagliato degli interventi previsti, una mappa dei fabbisogni formativi e tecnici per i professionisti del settore, un elenco dei meccanismi di finanziamento disponibili, e infine una sezione dedicata alla tutela dei soggetti vulnerabili, con misure per contrastare la povertà energetica. Per rendere questi strumenti pienamente operativi, la Commissione europea ha definito un modello di riferimento armonizzato che gli Stati dovranno seguire, evitando approcci troppo generici o disomogenei. Gli obiettivi di efficientamento dovranno essere commisurati alla situazione nazionale, ma coerenti con il target europeo di decarbonizzazione al 2050. In questa logica, i Piani non potranno essere semplici dichiarazioni d’ intenti: saranno soggetti a verifica, con valutazioni periodiche da parte della Commissione stessa, che potrà richiedere modifiche o correzioni in caso di inadempienza. Accanto alla componente strategica, i Piani dovranno attivare un pacchetto articolato di strumenti di sostegno, indispensabili per sostenere la domanda e accompagnare i cittadini nella realizzazione degli interventi. In particolare, la direttiva invita gli Stati a mettere in campo una combinazione di incentivi economici diretti, come detrazioni fiscali, sovvenzioni, prestiti agevolati, garanzie pubbliche per l’ accesso al credito, e misure per facilitare l’ accesso agli strumenti finanziari europei già attivi, come il Fondo sociale per il clima, i fondi strutturali e il programma LIFE. Un aspetto molto rilevante – e di estrema attualità – è la previsione dell’ istituzione di sportelli unici per l’ efficienza energetica, da attivare a livello locale o regionale, con il compito di fornire assistenza tecnica, consulenza personalizzata, orientamento normativo e supporto amministrativo a cittadini, imprese, progettisti e installatori. Questi sportelli dovrebbero diventare punti di riferimento concreti per la“ messa a terra” della direttiva, riducendo le barriere informative e semplificando l’ accesso agli incentivi. Infine, i Piani nazionali dovranno integrare anche una componente informativa e culturale, con campagne di comunicazione e iniziative di formazione per accrescere la consapevolezza pubblica sui benefici degli interventi di riqualificazione energetica. La trasformazione del patrimonio edilizio europeo passa infatti anche dalla costruzione di una nuova cultura tecnica e gestionale, capace di attivare la collaborazione tra isti- www. nt24. it