trovarsi persone senza specifiche competenze in materia elettrica. Pensiamo, ad esempio, a un soggiorno di un’ abitazione privata, a un ufficio aperto al pubblico, o a un negozio. In questi contesti, la priorità è garantire che chiunque, anche un bambino o una persona anziana, sia protetto dal contatto accidentale con parti pericolose. La protezione più diffusa in questi ambienti si realizza mediante involucri che rendono le parti sotto tensione fisicamente inaccessibili. Immaginate la scatola di una presa a muro, il corpo isolante di un interruttore della luce, o il guscio di un elettrodomestico: tutti questi elementi impediscono |
il contatto diretto con i conduttori elettrici interni. In un condominio, ad esempio, l’ attenzione principale per la protezione contro i contatti diretti sarà rivolta ad assicurare che tutti gli involucri che contengono i conduttori attivi, come quelli dei quadri elettrici condominiali, delle cassette di derivazione sui pianerottoli o degli apparecchi di illuminazione esterni, abbiano caratteristiche costruttive adeguate( robustezza, materiale isolante) e mantengano la loro integrità nel tempo, evitando crepe o rotture che potrebbero esporre parti pericolose. Questi involucri devono proteggere le parti attive dall’ accesso di oggetti |
esterni provenienti da qualsiasi direzione. Questa capacità di protezione è specificata dal grado IP, un codice introdotto dalla Norma CEI 70-1. Si pensi a un faretto da giardino con un grado di protezione IP65: il“ 6” indica la protezione totale contro la polvere, mentre il“ 5” indica la protezione contro i getti d’ acqua provenienti da qualsiasi direzione. Le protezioni parziali, invece, sono ammesse in luoghi con accesso riservato a personale specificamente addestrato e consapevole dei rischi elettrici, come le cabine di trasformazione dell’ energia elettrica, i locali tecnici degli impianti industriali, o i laboratori di elettronica. In questi ambienti, si possono adottare misure di protezione meno“ integrali” ma comunque efficaci per personale informato. Un esempio di protezione parziale è rappresentato dalle barriere, spesso realizzate all’ interno degli stessi involucri. Queste barriere assicurano la protezione dalle |
parti attive solo nella direzione del normale accesso. Considerate un quadro elettrico industriale: una volta aperta la portella per eseguire operazioni di manutenzione, alcune parti interne potrebbero rimanere sotto tensione. In questo caso, un riparo in plexiglas trasparente o in altro materiale isolante, posizionato internamente, costituisce una barriera che impedisce il contatto accidentale con questi conduttori attivi, pur permettendo la visualizzazione dei componenti per le operazioni necessarie. La protezione mediante involucri e barriere è dettagliatamente definita nella parte quarta della Norma CEI 64-8. Questa norma specifica chiaramente che le parti attive devono essere, salvo rare eccezioni giustificate da specifiche esigenze funzionali, poste all’ interno di involucri o protette da barriere che abbiano un grado di protezione minimo IP XXB. La sigla“ IP XXB” indica che nessuna parte in tensione deve essere accessi- |