Un patrimonio edilizio fuori norma
I numeri parlano chiaro: oltre il 75 % del patrimonio edilizio italiano è inefficiente dal punto di vista energetico e gli impianti elettrici in servizio sono in gran parte obsoleti o privi di verifica tecnica periodica. L’ indagine illustrata durante l’ evento ha confermato che oltre 12 milioni di abitazioni versano in condizioni impiantistiche non adeguate alla crescente domanda di potenza. Questa domanda sta cambiando pelle: pompe di calore, piani a induzione, wallbox, climatizzazione
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full-electric, sistemi di accumulo domestici. Le nuove tecnologie richiedono impianti progettati, dimensionati e protetti per gestire carichi elevati e discontinui. Ma nella stragrande maggioranza dei casi, l’ impianto è lo stesso di vent’ anni fa, magari con il solo salvavita sostituito. « Il rischio è che l’ utente aumenti la potenza impegnata senza alcuna verifica sulla tenuta del proprio impianto », ha |
osservato Ezio Galli- Presidente FME e Vicepresidente Prosiel. I rischi sono concreti e già visibili: sovraccarichi, surriscaldamenti, corto circuiti, ma anche guasti agli apparecchi connessi, che spesso non sono coperti da garanzie in caso di impianto difettoso. In ambito industriale la cultura della sicurezza è più presente, ma anche qui emergono casi critici legati alla mancanza di manutenzione documentata |
e tracciata. « Molti impianti industriali sono stati modificati più volte nel tempo, ma senza aggiornamenti certificati: in caso di incidente, di chi è la responsabilità?» ha sollevato Massimiliano Cassinelli- Ingegnere e Giornalista Tecnico, Delegato Croil( Consulta Regionale Ordini Ingegneri Lombardia) e C3i( Comitato Italiano Ingegneria dell’ Informazione), Certificatore Transizione 5.0. |
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