GIE - Il Giornale dell'Installatore | Page 31

FOCUS 31
intende con tale prova accertare l ’ integrità dei collegamenti dell ’ impianto di terra a partire dai dispersori fino alle masse e masse estranee . Per la prova deve essere impiegato uno strumento in grado di fornire almeno 0,2 A con una tensione a vuoto compresa tra 4 V e 24 V in c . c . o in c . a . Il controllo deve essere effettuato ad esempio : tra il dispersore ( se accessibile ) ed il collettore di terra , tra i vari collettori di terra , tra i conduttori di protezione ( PE ) ed i conduttori equipotenziali ( EQ ), in presenza di giunzioni o derivazioni , per individuare possibili discontinuità , tra le masse ed i collettori di terra , tra le masse estranee fra di loro e verso le masse . La prova strumentale di funzionalità degli interruttori differenziali , che consiste nell ’ accertare la corretta installazione ed il corretto
funzionamento dei dispositivi di protezione a corrente differenziale . Ogni interruttore deve intervenire con una corrente uguale alla sua corrente differenziale nominale ( Idn ) ed il tempo di intervento non deve superare i limiti massimi stabiliti dalle norme CEI 64-8 / 4 per ciascun tipo di sistema ( TT , IT e TN ). Questa prova non può essere sostituita dalla prova meccanica ( della quale abbiamo già scritto ) poiché tramite il tasto test lo scatto è provocato da una corrente differenziale in genere pari a due volte e mezzo la corrente differenziale nominale . La misura della resistenza di terra : Il valore della resistenza di terra deve essere opportunamente coordinato con le relative protezioni ( Sistema TT ) o con i dati del guasto ( Sistema TN ) forniti dal Distributore . La misura
serve anche a verificare che il valore della resistenza di terra non sia mutato nel tempo . Altri controlli approfonditi possono essere previsti in base alle caratteristiche dell ’ impianto . La periodicità di questi controlli approfonditi , negli uffici , secondo quanto suggerisce la norma CEI 64-8 , non può essere superiore a 2 anni per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio , 5 anni negli altri casi . Infine , si ricorda la necessità di sottoporre a verifiche ispettiva l ’ impianto affidandosi ad organismo abilitato , ogni due o cinque anni , secondo quanto previsto dal già citato DPR 462 / 01 .
Art . 4 . Verifiche periodiche - Soggetti abilitati 1 . l datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell ’ impianto , nonché a far sottoporre lo stesso a verifica
periodica ogni cinque anni , ad esclusione di quelli installati in cantieri , in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per i quali la periodicità è biennale .
2 . Per l ’ effettuazione della verifica , il datore di lavoro si rivolge all ’ ASL o all ’ ARPA o ad eventuali organismi individuati dal Ministero delle attività produttive , sulla base di criteri stabiliti dalla normativa tecnica europea UNI CEI .
3 . Il soggetto che ha eseguito la verifica periodica rilascia il relativo verbale al datore di lavoro che deve conservarlo ed esibirlo a richiesta degli organi di vigilanza .
4 . Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del datore di lavoro .

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GIE 5 luglio-agosto - 2023