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trebbe essere il caso di un ufficio con un archivio cartaceo consistente , ad esempio . Si ricorda che , ai fini della valutazione del rischio ( e di conseguenza delle attività da disporre per conservare gli impianti ) il primo passo è classificare i locali , anche ai fini della prevenzione incendi . Un ufficio , a seconda delle caratteristiche dimensionali , può infatti essere considerato da un ambiente ordinario a un ambiente a maggior rischio in caso di incendio soggetto a controlli dei vigili del fuoco . In relazione al numero di presenze , infatti , secondo il decreto 22 febbraio 2006 ( in alternativa al quale possono essere utilizzate le regole tecniche verticali di cui al decreto 3 agosto 2015 ), gli uffici sono suddivisi nelle seguenti tipologie : - tipo 1 : da 26 fino a 100 presenze ; - tipo 2 : da 101 fino a 300 presenze ; - tipo 3 : da 301 fino a 500 presenze ; - tipo 4 : da 501 fino a 1000 presenze ; - tipo 5 : con oltre 1000 presenze .
Inoltre gli uffici ( o aziende ) con oltre 300 persone presenti rientrano nel campo di applicazione del D . P . R . 1 agosto 2011 , n . 151
Figura 2 . Le cinque fasi per organizzare la manutenzione elettrica di un impianto in un ambiente di lavoro
“ Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi , a norma dell ’ articolo 49 , comma 4-quater , del decretolegge 31 maggio 2010 , n . 78 , convertito , con modificazioni , dalla legge 30 luglio 2010 , n . 122 ”. Il DPR 151 / 11 considera per l ’ assoggettamento ai controlli di prevenzione incendi uffici all ’ interno dei quali sono previste oltre 300 “ persone presenti ” ( attività n . 71 ). Il DPR suddivide ulteriormente la classificazione sulla base del numero di persone presenti in tre categorie : - Attività 71.1 . A : Aziende ed uffici , con oltre 300 persone presenti ( fino a 500 persone );
- Attività 71.2 . B : Aziende ed uffici , con oltre 500 persone presenti ( fino a 800 persone );
- Attività 71.3 . C : Aziende ed uffici , con oltre 800 persone presenti .
Le prescrizioni diventano più stringenti al crescere del numero di persone presenti , così come le procedure per l ’ inizio dell ’ attività ( ad esempio per gli uffici appartenenti alla categoria A non sono previsti dai Vigili del Fuoco la valutazione del progetto e i nulla osta di fattibilità ). La fase della progettazione riguarda anche una serie di attività propedeutiche alla realizzazione degli spazi , tra cui l ’ interlocuzione con uffici pubblici ( in genere comunali ) ed eventualmente il comando dei Vigili del Fuoco , per l ’ ottenimento dei permessi .
Realizzazione
Una volta definito l ’ impianto ed ottenuti tutti i permessi è il turno dell ’ impresa installatrice . Al Datore di Lavoro committente spetta la scelta dell ’ impresa e la verifica dei requisiti tecnico professionali a seconda della tipologia di lavori da svolgere ( ad esempio se sono previsti provvedimenti antincendio l ’ impresa dovrà essere in possesso della relativa abilitazione la “ lettera G ”). L ’ impresa installatrice dovrà realizzare quanto previsto dal progettista , informandolo e collaborando in caso di varianti in corso d ’ opera . L ’ impresa installatrice dovrà al termine dei lavori rilasciare dichiarazione di conformità ai sensi del decreto 37 / 08 , comprensiva di tutti gli allegati , compreso il libretto di uso e di manutenzione dell ’ impianto . Il libretto darà importanti informazioni sull ’ impianto e sul suo utilizzo , inoltre raccomanderà le relative attività di manutenzione per mantenere in salute l ’ impianto . La dichiarazione di conformità riveste particolare importanza sia per la chiusura delle pratiche edilizie , ma anche per le procedure di omologazione degli impianti secondo quanto previsto dal DPR 462 / 01 :
Art . 2 . Messa in esercizio e omologazione dell ’ impianto www . nt24 . it