Emilio Del Giudice / Alberto Tedeschi La Scienza dello Spirito | Page 7
Carla
C aporale
La via della consapevolezza
L’ambiente in cui veniamo al
mondo ci condiziona pesantemen-
te, a tal punto che poi diventa
difficile riuscire a districarsi...
Per
orientarci nella vita siamo
abituati a far affidamento su dei
p u n t i d i r i f e r i m e n t o, ch e s o n o
quelli propri della nostra cultura.
Possiamo anche chiamarli conven-
zioni. Alcuni di questi ci aiutano a
muoverci con mag giore efficienza.
Guardiamo per esempio le reg ole
del traffico, sono delle convenzio-
ni che evitano il caos... oppure le
leg gi, che dovrebbero difenderci
dai sopr usi... Ci sono quindi delle
convenzioni che possiamo consi-
d e r a r e u t i l i e va l i d e, v i s t o ch e
dopotutto viviamo tutti insieme in
questa nostra società, ed è chiaro
che ci si debba reg olare gli uni con
gli altri. Tuttavia rimane il fatto
che se ci si lascia condizionare
senza esser ne consapevoli, spostia-
mo il punto di riferimento sempre
fuori di noi, perché ci abituiamo a
ricevere dall’ester no le direttive.
Alcune persone individuano la gio-
vane, altre invece vedono immedia-
tamente l’anziana. Quando poi si
fa notare loro come vedere la figu-
ra che ai loro occhi era invisibile,
s e n e s o r p r e n d o n o, a b b a s t a n z a
diver titi pure, di quella scoper ta
che, in un qualche modo, apre loro
nuovi orizzonti.
Cosa vedete in questa antica rap-
presentazione persiana, due o
quattro cavalli? ( C e s e s o n o 4 ! )
Il famoso storico della psicologia,
l’americano E.G. Boring, por ta a
e s e m p i o u n ' i m m a g i n e d ive nu t a
molto nota per dimostrare l'ambi-
g u i t à p e r c e t t iva ch e, p e r c e r t i
versi, può ricordare le opere del-
l'ar tista olandese M. C. Escher.
I nve c e
bisognerebbe
sempre
miscelare fra ciò che ci viene indi-
cato dal di fuori e ciò che invece
s e n t i a m o d e n t r o. O v ve r o s a p e r e
ciò che la società ci chiede, e poi
confrontarlo con ciò che noi pos-
siamo/sentiamo di dover dare, così
da trovare un modo, quello più
e q u i l i b r a t o, p e r n o n p e r d e r e l a
nostra integ rità. Per poterlo però
fare è indispensabile sapere quali
sono le nostre istanze.
Sappiamo molto bene che ci sono
menti più predisposte alle materie
umanistiche e altre, invece, mag-
gior mente predisposte al ragiona-
mento matematico. Quindi anche
l a f u n z i o n a l i t à d e l c e r ve l l o p u ò
giocare un ruolo deter minante
nella percezione della realtà. Ma
non solo, gli studiosi della psiche
umana sanno fin troppo bene che
le emozioni colorano sempre la
realtà dell’individuo.
Quando si è innamorati si vede l a
v i e e n r o s e , come si diceva una
volta. Tutto splende e persino il
vicino antipatico ci tocca meno
con le sue lamentele!
Ma se dentro di noi ci por tiamo
appresso il peso di un vissuto
neg ativo, costellato di paure, fr u-
strazioni, sensi di colpa... è chiaro
che la realtà ester na si manifesterà
attraverso le lenti offuscate della
nostra memoria.
Q UA N T O R E A L E È I L R E A L E ?
La consapevolezza e sapere quello
che si sente, ma quell o che si sente
e veramente reale? Ovvero, cosa è
reale? Esiste una realtà og g ettiva?
Non sempre cio che perce piamo
noi è lo stesso che perce piscono
gli altri. Osser vate, per esempio la
p r i m a f i g u r a ch e r i t r ova t e n e l l a
colonna qui a lato.
Altre persone, pur troppo, non rie-
scono a far fare alla loro mente
quel salto che per mette loro di
staccarsi dalle proprie convinzioni,
passag gio indispensabile per poter
vedere l'altra figura.
Nella raffigurazione si possono
vedere due donne: una è giovane,
l'altra è anziana. ( I l v i s o d i p r o f i l o
della giovane è il naso dell’altra!)
3
Nell’immagine dell’ar tista Marcus
Pa r i s i n i ( v e d i p a g i n a s e g u e n t e ) ,
potete vedere la rappresentazione
di un nobile animale: il lupo.