Emilio Del Giudice / Alberto Tedeschi La Scienza dello Spirito | Page 32
A
MINIMA
ENERGIA
Ogni atomo è fatto da un nucleo e da
elettroni. Questi si configurano in vari
modi, ognuno dei quali avrà un diverso
contenuto di energia. Siccome la mate-
ria segue il principio della minimizza-
zione dell'energia, spontaneamente que-
sti atomi, se nessuno li tocca dall'e-
sterno, staranno nella configurazione di
minima energia, e le altre configurazio-
ni saranno realizzate se qualche agen-
te esterno darà l'energia sufficiente per
realizzarle.
Un sistema quantistico dunque, a diffe-
renza di un sistema classico che rea-
gisce soltanto agli agenti, particelle o
forze, che gli sbattano contro, è capa-
ce di una evoluzione spontanea verso
stati particolari da cui è attratto (di qui
il nome "attrattori") a causa del valo-
re minimo (almeno rispetto agli altri
stati vicini) del loro livello di energia.
Ovvero viene attratto da ciò che gli
permette di configurarsi in modo tale da
spendere il minor possibile quantitativo
di energia. Mentre l'evoluzione dinamica
di un sistema classico è determinata
soltanto dall'esterno, da cui dipende
totalmente, l'evoluzione dinamica di un
sistema quantistico dipende da fattori
sia esterni che interni, nel senso che
attraverso la sua fluttuabilità intrinseca
può scoprire la situazione energetica-
mente più favorevole esistente nel suo
intorno e farla propria.
Allora, dato che c'è il principio di mini-
mizzazione dell'energia, cioè che ogni
sistema fisico tende a mettersi in una
situazione di minima energia, il sistema
è incentivato ad aumentare la sua den-
sità. Più aumenta la densità, più la sua
energia decresce e allora il sistema si
condensa, cioè gli atomi si abbracciano
gli uni con gli altri e si compattano fino
a che non c'è l'impenetrabilità dei
corpi. Ovvero, gli atomi si condensano,
si condensano fino a che non si toc-
cano e siccome non si possono inter-
penetrare, perché le nuvole elettroniche
si respingono, quella è la densità mas-
sima che viene raggiunta. Quando viene
raggiunta, il sistema diventa stabile e
non è più un sistema gassoso (dove
esiste la totale libertà e autonomia del
singolo n.d.r) ma è un sistema collet-
tivo caratterizzato dalla oscillazione glo-
bale in fase, per cui all'unisono, di tutti
gli elementi che lo compongono.
(Da una conferenza di Emilio Del
Giudice all'Università dell'Immagine,
Milano, il 29 novembre 2003)
I L
DOMINIO
DI
COERENZA
Coerenza, oltre al medesimo ritmo di
oscillazione a cui partecipano tutti i
componenti, significa però anche che
non posso intervenire su uno senza
toccare di conseguenza anche tutti gli
altri.
Così facendo, ovvero con un interven-
to piccolo, cioè incapace di estrarre un
componente, vuol dire che il recettore
di questo intervento energetico che
faccio non può che essere l'intero
dominio di coerenza.
Infatti, se il mio intervento è abba-
stanza sottile eserciterà una leggera
sollecitazione che farà sì che un elet-
trone salti fuori dalla sua molecola, e
a ruota verrà seguito da tutti gli altri
insieme:
Allora che succede? Un elettrone esce
fuori dalla molecola uno e salta nella
molecola due, dove si è creato un
posto libero perché l'elettrone della
molecola due ha fatto la stessa cosa
ed è saltato nella molecola tre.
Cioè si crea una specie di salterello
collettivo in cui in tutte le molecole,
cioè un elettrone per molecola che
salta nella molecola appresso e così
fan tutti.
E questo richiede un intervento proprio
piccolissimo dal punto di vista dell'e-
nergia, mentre ciò che è importante è
il ritmo e il tempo, perché deve avve-
nire nel momento in cui nell'oscillazio-
ne gli elettroni se ne sono andati nello
stato eccitato, cioè nello stato in cui
non costa niente uscire.
Supponete di trovarvi davanti un insie-
me di ballerini che stanno danzando,
se io entro con brutalità e do una
botta forte, l'unico risultato che otten-
go è quello di rompere, cioè sbalzare
via uno o più ballerini dalla danza.
Questo è l'effetto di un intervento
forte, della violenza.
Ma io posso però fare un intervento
sottile, cioè dare una bottarella che
dia all'insieme un'energia, che non sia
tale da sbalzare fuori nessuno dal
gruppo - per cui dovrà essere un'e-
nergia sottile, piccola, molto piccola
(e qui cominciamo a scoprire il ruolo
delle influenze sottili, che possono
essere capiti solo nell'ambito della
coerenza, nell'ambito della non coeren-
za si usa unicamente la violenza, cioè
la collisione).
28
Quando questo accade, si genera un
fenomeno che nel linguaggio degli
anglo-americani si chiama "hopping
conduction", cioè conduzione elettrica a
salti, che come risultato provoca una
microcorrente elettrica, cioè una cor-
rente elettrica entro il dominio di coe-
renza che non esce fuori. È corrente
elettrica che non si estingue perché,
questo moto, non è un moto come lo
è nella parte non coerente che incon-
tra attrito. Siccome nel dominio di
coerenza non esistono collisioni perché
si muovono a ritmo tutti, questo moto
non incontra freno, non incontra attrito.
Il piccolo contributo energetico che ho
esercitato è così piccolo, e insisto
sulla parola piccolo, allora vengo a
generare uno stato nuovo del dominio
di coerenza, caratterizzato dal fatto
che, oltre a oscillare, si genera una
rotazione di elettroni dentro il dominio
di coerenza, per cui questi ruotano in
tondo senza mai fermarsi.
(Da una conferenza di Emilio Del
Giudice all'Università dell'Immagine,
Milano, il 29 novembre 2003)