Emilio Del Giudice / Alberto Tedeschi La Scienza dello Spirito | Page 14
Shiva - questa è la raffigurazione classi-
ca del dio Shiva danzante, (infatti è
anche conosciuto come Nataraja, dio della
danza: dal sanscrito: nata, ovvero ballo e
raja, cioè Dio).
Questo conturbante Danzatore Cosmico
rappresenta l'Energia divina in incessante
movimento frenetico vitale. Rappresenta il
potere dell'evoluzione, della dissoluzione e
della successiva trasformazione, cambia-
mento. La natura e tutto il creato costi-
tuiscono il prodotto di questa sua danza
eterna.
L'iconografia induista classica rappresenta
Shiva Nataraja con quattro braccia (i
quattro punti cardinali) che balla con il
piede destro poggiato su di una creatura
di piccole dimensioni, il demone Apasmara
Purusha, mentre la gamba sinistra è ele-
gantemente sollevata da terra.
Un cobra avvolge le sue spire intorno
all'avambraccio destro del dio - a rappre-
sentazione del potere della libera eppure
ritmata energia . Infatti nella mano supe-
riore destra regge un damaru, il piccolo
tamburo a forma di clessidra - rappre-
sentativo del ritmo e del suono primordia-
le. Ma questa forma rappresenta pure i
due principi vitali: il maschile e femmini-
le. Due triangoli uniti a formare un esa-
gono. La separazione dei due triangoli
significherebbe anche il dissolversi dell'u-
niverso.
Il dio danza all'interno di un cerchio di
fuoco, a sottolineare che la sua azione
avviene attraverso la purificazione del
fuoco E infatti, anche dal palmo della
mano sinistra superiore, si forma una
fiamma a cinque punte.
Le due mani superiori, dunque, equilibra-
no creazione e annientamento.
La seconda mano destra fa un gesto che
rassicura mentre la seconda mano sinistra
fa un gesto protettivo. Nonostante il dio
possegga, dunque, una enorme forza
distruttrice, Shiva rassicura i suoi devo-
ti con un gesto che afferma la sua azio-
ne protettrice.
In queste poche righe sintetiche sono rac-
chiuse ciò che ho colto come simbologie
in risonanza con la luce White 22. La
distruzione a favore della trasformazione
ed evoluzione, che permette l’elegante
danza vitale degli opposti in noi: il fem-
minile e il maschile. Questa energia è poi
in grado di calpestare il demone dell’i-
gnoranza e delle tenebre (Apasmara
Purusha), da ciò anche il potere che se
ne acquisisce e l’equilibrio costantemente
ricreato dopo essere entrati in connessio-
ne con le forze esterne, averle verificate
e quindi integrate oppure eliminate. Sono
queste capacità la migliore protezione!
I primi, i fondatori che definiscono la que-
stione, lo fanno perché hanno raggiunto il
Senso. Come detto prima, il Senso è arri-
vato loro e si è risvegliato in loro (tuttavia,
si ricordi che non è detto che il Senso,
quando si risveglia una volta, poi lo si rie-
sce sempre a mantenere! Il segnale può
benissimo andare perduto. Le illuminazioni
sono spesso scintille, che si colgono nel
momento...). Ma i successori, che lo diven-
tano per cronologia e non perché "benedet-
ti" dal risveglio del Senso, ovviamente non
possono riprodurlo. Quindi la struttura, inevi-
tabilmente diventa teologia, il fondamentalismo
di regole che, proprio come