Emilio Del Giudice / Alberto Tedeschi La Scienza dello Spirito | Page 13

In quel lavoro di accettazione e anche di umiltà si iniziano a nota- re delle caratteristiche di cui non si era minimamente consapevoli. E in questo percorso, mentre ci si p u l i s c e a t t r ave r s o u n l avo r o d i consapevolezza di sé e con il rime- dio W hite, pian piano si entra più in connessione con il cor po/spiri- to e con le sue motivazioni. A quel p u n t o, s e m p r e p e r ò r i m a n e n d o f luidi e mai accentrati, si scopre che le cose accadono e accadono nel modo più giusto. Non c'è un prog etto finale da rag- giung ere c'è solo da fare bene ciò che dobbiamo fare ( f a r s p l e n d e r e l a v i t a . . . ) . Farlo in modo pulito, sem- p l i c e, s e n z a p r o s o p o p e a . M a soprattutto farlo stando in pace con se stessi. La vita ci sostiene, non si diventa ricchi, cer to, ma si avrà ciò di cui si ha bisogno. Da grandissima ragionatrice quale ero io, me ne stupivo proprio, perché mi era veramente difficile riconoscermi. Facevo tante cose e, mentre prima il pensiero mi portava via tanto tempo, ora invece le facevo in maniera faci- le, senza pensare... Era come se vedessi il corpo che le faceva. Provavo meno paura. E poi sono pure ritornata indietro a rivede- re diverse cosette, che pensavo di aver sistemato, che invece ho dovuto riconsiderare. La quantità di cose che ho affrontato in con- temporanea era tanta. Conoscendomi pensa- vo che le avrei portate avanti in molto più tempo, invece tutto è accaduto con un ritmo che, su di me, non avevo mai sperimentato prima. Ho poi notato che la piastrina, in particola- re, mi ha dato la certezza che il White fun- ziona: quando la porto il mio corpo è rilas- sato e tranquillo, poi la tolgo e vedo che pian piano torno agli schemi vecchi e devo riportare l'attenzione a gestire certi problemi. > > È SOLO NEL CORPO CHE AVVENGONO I VERI CAMBIAMENTI, TUTTO CIÒ CHE È MENTALE O EMOZIONALE CREA STRATIFICAZIONE. < < Domanda dal pubblico Dove f inisce l 'utilizzo d el W hite p er i l livello f isico e d ove i nizia q uello s piri - tuale? Carla C aporale - All'inizio c'è stato un po' di confusione, perché l'avevano scambiato per una panacea spirituale e Alberto si era abbastanza infastidito. Dal momento che ti depura, è chiaro che depura anche il cer- vello che così lavora meglio. Grazie a una migliorata capacità di percezione abbiamo allora un migliore trampolino verso la spiri- tualità del corpo. Il limite non esiste, ma sei tu che diventi sempre più sottile. Non hai più limiti e ti accorgi che, veramente, sei in scalata della Montagna sacra. Più vai su e il paesaggio è brullo, essenziale, eppure arricchente, di una solitudine che però non ti isola dagli altri… Una p artecipante - Sarò sincera, io non so se gli enormi raggiungimenti che ho avuto in questo periodo sono dovuti al White, o a un discorso di percorsi indirizzati dai miei input precedenti. Sicuramente ho avuto cambiamenti di consapevolezza. Una p artecipante - Anche io avevo lo stes- so dubbio: quanto è dato dall'acqua del rimedio personale o dal mio momento evolu- tivo? Tuttavia è successo un qualcosa che non pensavo possibile, ho cominciato a ragionare di meno! Alberto T edesch i - Con la piastrina è il tuo corpo che si fa sentire. Senza piastrina e quell’altro che si fa sentire... Carla C aporale - Vi ricordate quello che si diceva dello spirito, che si riscontra attraver- so una buona connessione con il corpo? Mi piace riprendere un’affermazione di un "anti- guru" che Alberto mi ha fatto conoscere: U.G Krishnamurti (si badi bene che non è Jiddu Krishnamurti!). Lui ripeteva una frase, in cui è racchiuso tutto: "il corpo sa". E infatti è nel corpo che si trova lo spirito. Noi occidentali facciamo un enorme errore cre- dendo che lo spirito sia nell'emozionale, (vogliamoci bene…) o nel dottrinale della teologia, lo spirito sta invece proprio nell'es- sere del corpo. La piastrina ti fa stare nel corpo e, man mano che elimini i blocchi che ti chiudono nel "sogno", diventi sempre p iù fluida con la vita. Alberto T edesch i - Il White aiuta a sma- scherare e a rimettere in movimento le cose per cui, ciò che deve cadere, cade. Nella quantistica si dice che ogni cosa ha il suo movimento intrinseco e, per legge di natura, tutto in un certo arco di tempo si pone in condizione di minima energia. Per esempio questo bicchiere, se induco il movimento al bicchiere e lo spingo verso il bordo del tavolo, è chiaro cadrà. 9 Infatti è evidente a tutti che, se continuo a spingerlo, cadrà inevitabilmente a terra. Così sono le illusioni, è chiaro a priori che prima o poi cadranno. Il White toglie le defi- nizioni, che sono illusioni. In realtà lo spirituale non si può definire: è un senso che arriva. Quello che riusciamo a descrivere è solo una frazione dell’insieme. Ed è solo chi ha già ricevuto il "Senso" che viene veramente ispirato dalla descrizione, perché quelle parole risuonano con qualcosa che c’è già dentro. Quindi vengono evocate delle forze reali. Ma se il Senso non è ancora arrivato nella persona, le parole diventano l'integralismo delle chiese. Le chiese sono l’esempio di una male interpretazione, affermano che Dio è definito, sia nelle nostre chiese cristiane, sia in quelle orientali dell’India, che è satu- ra di mentale. Dio è rappresentato in mille modi, bellissimi sicuramente ma ovviamente non è quello, è invece la struttura del mentale-emozionale che lo sta forgiando. Le convenzioni, per sopravvivere, hanno bisogno di emozioni e teologia; se devi mantenere in piedi una struttura di quel tipo, ci sono degli alti costi emozional - o mentali - da pagare. Che, ovviamente, si scontrano con chi ha altre strutture da mantenere. E questo porta a instaurare un non dialogo fra le culture, una discrepanza che conduce alla lotta ben lon- tana dai precetti originali. Carla C aporale - C’è una simpatica storiel- la che mostra quanto sia facile allontanarsi dal senso. Ve la racconto. Un monaco orientale stava celebrando una funzione religiosa quando nel tempio entrò un gatto che cominciò a gironzolare e a distur- bare i fedeli. Il maestro diede ordine di legare il gatto all'altare e di liberarlo dopo la cerimonia. Il gatto, da quel giorno, si presentò ogni giorno e, ogni giorno, divenne necessario legarlo. Poi il monaco morì improvvisamente senza poter lasciare disposizioni al suo successore. Quando un nuovo monaco subentrò chiese agli altri quali fosse il preciso cerimoniale da seguire, affinché il rituale avesse efficacia. Tutti risposero che, fra le altre cose biso- gnava legare un gatto all'altare, così questo entrò a far parte della tradizione e fu tra- mandato nei secoli. Alberto T edesch i - Questo accade probabil- mente in una scuola zen, dove il rituale è comunque sempre molto semplice. Immaginatevi quello che invece può accade- re in una struttura molto più complessa e articolata come una chiesa o nelle scuole esoteriche, tipo i Rosacroce o simili!