Emilio Del Giudice / Alberto Tedeschi Congresso | Page 53
Infatti, esaminando pazienti che per
una rara malattia avevano perso la
capacità del tatto in tutto il corpo, se a
loro insaputa venivano leggermente
massag giati sulla schiena con una
piuma e il dottore chiedeva loro cosa
se provavano qualcosa, ebbene, molti
di
loro
si
ritrovarono
a
rispondere:"Niente... sì però lì, sulla
spalla sinistra, è come se qualcuno mi
volesse bene!"
Stefano Cappa, Preside della facoltà di
psicologia dell'università Vita e Salute
- San Raffaele di Milano, a proposito
di questa notizia ha commentato:
"Adesso è possibile sostenere che le
fibre C rappresentano un raffinatissimo spettro tattile, responsabili della
componente emotiva del tatto.
Possiamo dire che svolgono una funzione psicologica e che sono responsabili del tipo di sensazione piacevole
e/o spiacevole che il tatto porta con
sé."
Da 10 anni un professore Belga, Franz
Veldman, ha creato una branca di
ricerca che ha chiamato "Aptonomia"
(in greco "aptos" significa tatto), l'arte
del toccare, che aiuta ad incontrare un
altro essere umano attraverso il tocco
terapeutico ed affettivo
In pratica si è reso conto che tutto ciò
che è tatto è determinante per lo sviluppo armonico del bambino. Un feto
andrebbe perciò stimolato nella fase
prenatale, sia nella parte esterna del
ventre materno, sia con una particolare tecnica (ma sono pochi ad applicarla) con la mano dentro al corpo della
madre che arriva a toccare il figlio, ma
in particolare anche dopo la nascita .
Veldman divide due tipi di respiro,
uno naturale, fisiologico, che è quello
con cui sopravviviamo, ma c'è un altro
respiro vitale che è il respiro dell'affettività: lui spiega tutto il percorso che il
corpo del feto fa a contatto col corpo
della madre o col padre sul piano
puramente tattile.
La cosa importante è che sia Franz
Veldman, sia questa scoperta delle
fibre C, sia il testo "io pelle" di Didier
Anzieu, psicoanalista, professore emerito dell'Università di Parigi, tutti mettono un accento su un particolare
costante: quel corpo, memorizza tutto
l'insieme di sensazioni e stimoli che gli
vengono dati sulla pelle, sul corpo.
Non a caso dal filosofo Umberto
Galimberti a Schopenauer, a studiosi
musicologi, tutti quanti affermano:
"la musica si ascolta col corpo".
Quindi chi ascolta musica a scopo
terapeutico dovrebbe ascoltarla come
l'ascolta feto, un bambino piccolissimo. Del resto il sistema uditivo non è
che un aspetto marginale dell'ascolto.
Quello che entra in vibrazione sotto
l'effetto della musica è il corpo.
Noi non lo sappiamo perché abbiamo
l'abitudine di ascoltare quello che
capita, accontentandoci delle orecchie.
Non siamo cosi raffinati da ascoltare
con il corpo, quindi il percorso che è
stato studiato e pensato è quello di
preparare le madri a vivere il loro rapporto con il nascituro in un certo
modo.
Le madri imparano a usare certe musiche che facilitano il rilassamento e
limitano così i pericoli derivanti dagli
stati di stress. Le musiche, rasserenando le madri, offrono al piccolo un
doppio beneficio: un beneficio indiretto dovuto al buon livello di benessere
della madre e un beneficio diretto, là
dove le sequenze sonore della voce
materna e della musica, memorizzate
nell'utero, riascoltate dopo la nascita,
costituiranno un legame di continuità
con la madre stessa, ma rappresenteranno anche un modello comportamentale.
La musica è trasformazione perché il
suono è un'onda che si apre e si ramifica. Il corpo del feto, in evoluzione,
nelle ultime diciassette settimane è
coinvolto in un processo perenne di
metamorfosi, supportato e sostenuto
dalla voce materna e dalla musica.
È importante che questo nascituro sia
influenzato il più possibile dal suono e
dalla voce materna e sulla base di tutto
questo flusso di emozioni incominci a
creare quello che è l'embrione della
coscienza di sé.
Un individuo, un ragazzo, un adolescente, un giovane, un adulto non può
avere una bella struttura di coscienza
di sé se non c'è stata una fase prenatale, postatale, o nei primi 3 anni della
sua vita una bella cos truzione della
coscienza di sé.
La musica e il suono, inteso come voce
di canto materno, sono gli strumenti
che fanno da ponte tra l'aspetto emotivo del rapporto e l'aspetto della
coscienza.
Il nascituro diventa un "diapason
vivente", in costante ascolto. L'ascolto
vissuto come risonanza.
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Ma la risonanza offre la possibilità di
aprirsi al sé.Il feto, quando ascolta,
non capta il messaggio delle parole
materne ("ti amo", "ti aspetto") ma
capta la voce, la frequenza, il timbro
con tutte le loro sottigliezze e le loro
intenzioni amorose. Per lui, essere
all'ascolto è essere nel mondo.
Si diceva che tutte le forme sonore,
nell'utero, vengono memorizzate dal
corpo e più precisamente dalla pelle. È
la pelle a risuonare sotto l'effetto del
suono. La pelle, che deriva dallo stesso
ceppo di cellule embrionali da cui si
sviluppa anche il sistema nervoso.
Là dove il sistema neuro-cerebrale è
ancora in formazione, è la pelle a ricevere gli stimoli e a trasformarli in sensazioni, a selezionarli, a riviverli, ogni
volta che lo stimolo sonoro ricompare
e ricomparirà anche dopo la nascita.
Questo aspetto emotivo vissuto sulla
pelle, smuove l'affettività e quindi
anche le emozioni, gli affetti e la
coscienza. La tattilità rappresenta per
il nascituro (e sarà così anche per il
neonato) la prima forma di unità integrale tra il corpo e l'anima. È da questa "corporalità animata" che il piccolo comincia a formarsi l'idea di sé, a
percepire la propria esistenza nel
mondo, a muovere i primi passi nella
coscienza di esistere.
L'interazione con il corpo materno,
con il suono delle voce, con la musica,
danno l'avvio allo sviluppo esistenziale-emozionale del piccolo. Il tutto vissuto attraverso la pelle, al punto da far
dire a diversi studiosi che nel neonato
si può parlare di Io-pelle, in grado di
strutturare tutto il futuro corporeo ed
emozionale e di influenzare poi l'evolversi dell'individuo.
Molto importante, in gravidanza, e
soprattutto negli ultimi mesi farsi massaggiare. Un leggero massaggio del
corpo che sfiori la pelle e ogni tanto
vada in profondità, accompagnato
dalla musica, ha un potere enorme sul
rilassamento generale fisico e corporeo della madre. Sperimentando varie
strutture musicali abbiamo capito che
la musica mozartiana 24 è la struttura
più adatta per il massaggio. Sarà una
gravidanza senza stress, unita a una
ricca strutturazione emozionale, operata fin dalla fase prenatale, a creare il
sistema che trasforma la ricchezza
emotiva in flusso di coscienza e questa
in valori etici - come afferma il neurobiologo Antonio Damasio, portoghese
e ora ricercatore negli Stati Uniti.