Emilio Del Giudice / Alberto Tedeschi Congresso | Page 42
Purtroppo, nel mondo scientifico, vi
sono casi in cui lavori di estremo pregio restano ignorati, probabilmente
perché anche la scienza compie passi a
volte lenti ma, come ha affermato il
professor Del Giudice stamane, in
definitiva la verità, prima o poi viene
infine scoperta. Ci si augura quindi
che gli studi di Turenne vengano sempre più conosciuti e compresi.
Come appunto detto, il metodo di
Turenne per mette di indagare nel
campo debole, individuando selettivamente le cause e i tipi di campi d'onda
presenti in un luogo, non solo, ma
anche di porre rimedio migliorando la
qualità vibratoria.
Secondo i concetti di natura quantistica l'Universo può essere nato da una
fluttuazione del vuoto, nota anche
come campo del punto zero, che ha
materializzato particelle e antiparticelle in un "parto effimero", destinato a
essere restituito al "Nulla" (vuoto), un
prestito quantistico. La particella riassume la sua identità nel momento in
cui interagisce con uno strumento di
misura: "collassa" nell'osservazione,
rivelando la sua presenza; ma prima di
questo incontro è una "nube di probabilità", descritta dalla funzione d'onda,
un'equazione che rappresenta tutti gli
stati possibili di quell'evento fantasma
(vedi nota 20).
Possono esservi altri sistemi applicabili a queste problematiche, uno dei
recenti rimedi, fondato su segnali di
natura elettromagnetica debole è il
White di Alberto Tedeschi. Un acronimo (W i d e H o l og r a p h i c I n t e n s i f i e d
Transf er r ed Ener g y) la cui traduzione
potrebbe essere: "energia intensificata
trasferita ad ampio spettro olografico".
Si tratta di una tecnologia in grado di
"lavorare" in armonica sulle fluttuazioni quantistiche del vuoto (in un
particolare mezzo); la sua emissione di
campo, sottoforma di luce (su fascio
luminoso portante), è in risonanza con
la materia vivente e in particolare con
la molecola dell'acqua. Le informazioni ad alta risoluzione che veicola, corrispondono a valori di bassissima
viscosità dell'acqua. Questo stato
energetico fondamentale sblocca i
ristagni di energia presenti e, drenando, favorisce la migliore fluidificazione del "terreno" (tessuto biologico,
ambiente, ecc) sul quale agiamo da un
punto di vista energetico.
La sua possibile applicazione ambientale è "promettente" e sviluppa buone
condizioni di innesco di nuovi stati
ondulatori tali da produrre un campo
"pulito" e risonante con la materia
vivente.
In altre parole, l'interazione necessaria
per misurare un determinato stato di
una particella, ne altera irrimediabilmente tutti gli altri.
Dunque, nonostante il problema dell'inquinamento elettromagnetico si
manifesti pesantemente nelle sue svariate forme, esiste qualche possibilità
di miglioramento o di soluzione del
problema. Sottolineando ulteriormente l'interazione tra campo ondulatorio
sfavorevole e assetto della coscienza,
alcuni concetti di fisica quantistica
offrono un supporto nel chiarire il
perché la nostra coscienza può subire
influenze nocive dall'esposizione al
campo elettromagnetico.
Ogni fenomeno della materia comporta uno "scambio", la presenza di un
messaggero, il "vuoto", che trasporta
il segnale, rende possibile l'informazione e la cui esistenza è virtuale: sparisce dopo avere assolto al suo compito. Il vuoto non è privo di contenuto:
è un sistema (il campo del punto zero)
che si trova a un livello minimo di
energia rispetto le regioni che lo circondano, dalle quali è separato da una
barriera energetica. È l'interazione con
l'osservatore che fa collassare la particella in un singolo punto. Ne consegue
la possibilità di infiniti mondi in ognuno dei quali la particella ha una posizione definita; durante una misurazione un mondo viene scelto tra la
gamma infinita di possibilità, la funzione d'onda, dunque descrive la totalità dei mondi.
Nella fisica quantistica, la coscienza
dell'osser vatore e la realtà esterna
(sottoforma di una particella, costituente il minimo della realtà) acquistano significato nel rapporto reciproco:
l'interazione con la coscienza (con la
mente) di un osservatore determina il
collasso d'onda di un oggetto subatomico, lo estrae dalla virtualità e quindi
ne fonda la realtà 20 .
Il perno delle leggi che governano
l'Universo è la consapevolezza di chi
osserva: prima che apparissero osservatori coscienti l'Universo non esisteva "realmente".
Secondo questa concezione il mondo
diviene reale solo quando lo conosciamo.
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20 - Fu il fisico danese Niels Bohr
(premio Nobel per la fisica nel 1922),
a dimostrare che i Quanta (così è chiamata la parte più piccola della materia)
diventano esistenti nella nostra realtà
solo in presenza di un osservatore che
li "trasforma" (o, usando un linguaggio
tecnico, li fa "precipitare") in particelle, quindi materia per noi misurabile.
Secondo Bohr i Quanta fanno parte di
un sistema indivisibile in costante fluttuazione e dalle infinite possibilità di
fissazione nella cosiddetta materia.
Tuttavia Bohr e colleghi non dimostrarono molto interesse nei confronti di questa constatazione, cosa che invece
dimostrò il fisico David Bohm, che
approfondì la faccenda, iniziando a considerare quello stato di interconnessione
che sembrava esistere fra eventi subatomici, apparentemente privi di relazione. Bohm individua le qualità di costante fluttuazione dei Quanta, definendoli
dalle proprietà "non locali", ovvero non
fisse. Spieghiamoci meglio.
Paragoniamo questa specie di mare invisibile con infinite fluttuazioni di onde a
un acquario al cui