Partito Democratico Circolo 7 ° di Udine purtroppo non c’ è stata nemmeno l’ apertura di una discussione franca ed aperta sulle“ correnti” da sempre esistenti nel partito ma sempre più configurantesi come lobbies di potere( nomine, candidature, ecc.) invece che come palestre della diversità delle idee. Il“ cancro” è presente a tutti i livelli, anche se a quello della base dei militanti spesso si identifica solo nel bisogno di indossare una maglietta, di fare parte di uno dei branchi. Chi non ricorda per quanto tempo ci si identificava( o si veniva identificati) come bersaniani, o franceschiniani, oppure mariniani, nonostante che le mozioni di quelle primarie non avessero caratteri tanto alternativi? La rimozione dell’ argomento delle correnti, in favore di un’ unità di facciata“ pro bono pacis”, ha prodotto il disastro di questo inizio d’ anno. Infatti a nostro parere quest’ ultimo non è stato solo il risultato di una serie( peraltro in misura industriale) di errori nella gestione del post elezioni, quanto quello di un certo modo di condurre il partito durato alcuni anni. Anche la questione dei 101 traditori sembra messa definitivamente sotto il tappeto; tutti marpioni della vecchia guardia e nessun esponente del“ ricambio”? l’ abbraccio con Berlusconi è la vittoria di quella minoranza? Sono queste alcune delle domande su cui gli iscritti hanno diritto di ricevere risposta certa e definitiva; infatti finché non sarà fatta piena luce, il PD non potrà avere alcuna credibilità né interna né tantomeno esterna.
REGOLE COME GARANZIA CONDIVISA DI CHIAREZZA, FUNZIONAMENTO, TUTELA DI TUTTI SULLA BASE DEI NOSTRI VALORI
I nostri Statuti, i Regolamenti sono strumenti giovani( quello Regionale del Friuli VG è un’ incompiuta) e la pur brevissima esperienza di questi anni ha dimostrato quanto ci sia ancora bisogno di regole. Regole non rivolte ad aspetti formalistici o burocratici, ma al conseguimento e rispetto di comportamenti che, una volta condivisi, devono diventare codice operante per tutti. Ricordo qui, solo a titolo di esempio, che l’ art. 1 dello Statuto nazionale dice che il PD è un partito“ federale”: che cosa sia esattamente questo, quali vantaggi porti e come si sia realizzato concretamente non è dato sapere, né, mi pare, si sia aperta una discussione su ciò. La recente vicenda delle primarie, delle“ parlamentarie” e delle elezioni politiche ed amministrative, ma ricordiamo anche quella per l’ elezione dei segretari comunale e provinciale del partito di oltre 2 anni fa, stanno a dimostrare che non tutte le procedure sono perfettamente oliate, altre non sono previste e che alcune addirittura hanno caratteri di poca trasparenza. Se pensiamo che anche le primarie( l’ istituto che ci caratterizza rispetto a tutte le altre forze) sono state in forse per un periodo non breve e che le modalità di svolgimento sono state modificate“ in corso d’ opera” sta a significare che anche gli Statuti sono variabili secondo le circostanze e la convenienza di chi si arroga il potere di interpretarle.
LA“ FORMA-PARTITO”: QUELLA VECCHIA NON E’ REPLICABILE, INVENTIAMONE UNA NUOVA. Anche una completa chiarezza in questi delicati passaggi è ingrediente fondamentale per caratterizzare un partito nuovo. Tanto più che essi necessariamente rimandano ad altre questioni del funzionamento ed addirittura ad una idea di un partito, della cosiddetta forma-partito. Non è un caso che in questi giorni sia emerso con evidenza,( vedi Barca“ Per un partito nuovo”), proprio questo tipo di problemi, finora tenuti in poca considerazione da un partito occupato soprattutto a ipotizzare alleanze ed a gestire( senza risolvere) un nodo non superato, almeno a livello di vertice, del rapporto tra le aree di riferimento originarie, come correnti di potere più che di idee.
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