Documenti congresso PD 2013 Ud7 2013 | Page 4

Partito Democratico Circolo 7 ° di Udine corrisponde agli interessi generali assegnati dalla Costituzione, mentre gli altri, quando non si esimono dalla proposta, inevitabilmente conducono ad un voto di scambio personale o di gruppo.
IN ITALIA: CRISI ECONOMICA E POLITICA, ASTENSIONISMO Ormai quasi tutti conosciamo le cause della nostra crisi economica, che allo scatenarsi della bolla finanziaria statunitense, sono venute alla luce nella loro crudezza: il debito dello Stato, una crescita economicoindustriale quasi assente, la bassa credibilità all’ estero dei governanti e la loro incapacità di produrre riforme strutturali. Quindi qui non continueremo nell’ analisi, e neppure qui ci cimenteremo in ricette salvifiche pronte all’ uso. Quello che ci interessa è di mettere in luce, lo stretto rapporto tra la crisi economica con quella politica La crisi economica genera astensione e questa alimenta, con la mancanza di fiducia e slancio, la recessione in un circolo vizioso E’ alla luce di questo scenario economico e sociale che occorre anche leggere i risultati delle recenti elezioni amministrative in cui si è toccato il punto più basso del dopoguerra alla partecipazione elettorale. Certo, l’ art. 48 della Costituzione definisce il voto « un dovere civico », e alla Costituente si discusse se non definirlo addirittura un dovere morale. La menzione « non ha votato » iscritta nel certificato di buona condotta, contribuì alle altissime percentuali nelle nostre elezioni sino al 1979. Ma anche dopo la sua formale abolizione nel 1993 le elezioni registrarono sempre una altissima partecipazione. L’ alta affluenza al voto non è sempre indice di vera partecipazione, di democrazia: queste, per essere“ pesanti” sul piano politico devono essere informate, consapevoli, non condizionate. In alcuni casi la partecipazione è ottenuta con un voto non libero( regimi che vogliono un consenso amplissimo anche se non veritiero o da alcuni gruppi di potere legittimi o criminosi). Al contrario fattori che possono essere decisivi nel tener a casa la gente, sono:- una legge elettorale sentita come sbagliata ed ingiusta.- Il venir meno del voto ideologico che ha svolto un ruolo importante fino alla fine della 1 ª repubblica, e che è pressoché tramontato- Lo scarso“ appeal” dei partiti in generale; un’ astensione legittimata dalla protesta senza proposta del maggior movimento di opposizione.
- Il cambiamento dell’ immaginario popolare nei confronti delle amministrazioni locali che non hanno i soldi. È così agli occhi degli italiani: il ruolo delle amministrazioni locali ha iniziato a perdere importanza e non è più ritenuto influente per quanto riguarda la qualità della propria vita.
- L’ epoca dei grandi sindaci è definitivamente tramontata. Ci sono pochissime personalità di grande carisma che raccolgono consensi per la propria persona oltre che per il partito di appartenenza- La trasformazione solo nominalistica di partiti tradizionali in liste civiche con i soliti noti che a livello comunale non sono riuscite a presentarsi come il nuovo- la eccessiva presenza di uomini politici in TV, anche con trasmissioni fastidiose per le continue risse, che ha generato repulsione per la politica vista unicamente come campo per zuffe ed invadente. Nelle elezioni amministrative per il PdL ha pesato sia il“ disimpegno” personale di Berlusconi sia il persistere delle sue vicende giudiziarie; per il M5S la delusione di molti suoi elettori del M5S di un atteggiamento non propositivo a livello di governo; per entrambi i partiti ha contato negativamente la scarsa credibilità dei candidati locali
- Può esser oggetto di discussione se l’ astensione sia dovuta al fattore demografico per l’ invecchiamento della popolazione. Gli ultrasessantenni votano meno della fascia tra i 40 e i 60, ma anche i più giovani non brillano per presenza. Del resto quelli con meno di 40 anni hanno conosciuto quasi esclusivamente il berlusconismo e comunque partiti che non stimolavano l’ adesione valoriale, tipica molla giovanile.
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