Documenti congresso PD 2013 Ud7 2013 | Page 14

Partito Democratico Circolo 7 ° di Udine
Formula sbagliata perché rappresentanti dei circoli più’ che delle competenze? non sufficientemente allargati a simpatizzanti? altro?). Altre commissioni invece hanno trovato nei risultati cui erano giunte un assoluto disinteresse da parte di coloro a cui quei contributi erano diretti; ciò è stato oggetto anche di una denuncia molto forte da parte di un coordinatore e di dimissioni di membri, ma ciò non ha prodotto assolutamente niente. La riflessione autocritica non è molto praticata tra di noi. Questi“ forum” avrebbero dovuto lavorare sulle carte ed informazioni che il gruppo consigliare avrebbe passato loro, ma invece gli argomenti venivano per lo più prelevati dalla cronaca del Messaggero Veneto. La principale motivazione con cui fu proposto il segretario cittadino era che essendo già consigliere comunale, avrebbe potuto fare da traitd’ union tra gli affari comunali ed il partito. A parte la perplessità per la non coincidenza temporale dei due incarichi, così non fu. I Forum furono lasciati a se stessi. Né da parte del segretario comunale vi fu mai un dibattito sul funzionamento di detti organismi. Si ha la netta sensazione che la loro istituzione rispondesse più a perpetuare stancamente una pratica usuale che al riconoscimento di una funzione importante. A prescindere dall’ assenza completa di un lavoro di regia per queste commissioni, pare di poter affermare che anche per il gruppo consiliare non è stata individuata alcuna funzione di collegamento con il partito( circoli, forum). Dato che non pare possibile richiedere ai nostri assessori un ulteriore impegno oltre al loro lavoro quotidiano, il legame tra amministrazione e partito deve essere coperto in primis in parte dai consiglieri ed in parte da coloro che per tempo saranno proposti a sostituirli nella successiva tornata amministrativa. Non potrà più verificarsi la situazione per cui uno è gettato nella mischia delle elezioni all’ ultimo momento senza alcuna cognizione di argomenti e della macchina; potrà invece acquisire tali informazioni con una sua attività di“ assistenza“ ad assessori e consiglieri che lo metterà direttamente in rapporto con le questioni amministrative; il partito non è un’ associazione culturale o un organismo tecnico ma soprattutto una“ palestra” politica: così potrà formarsi il nuovo gruppo dirigente attraverso questo“ tirocinio”, pratica indispensabile perché non realizzabile se non col contatto quasi quotidiano con le questioni reali: sarà un’ esperienza di apprendimento ed una speranza che motiverà il lavoro: si ricordi infatti che, a prescindere dalle aspettative politiche, quell’ attività può costituire per un giovane un formidabile tirocinio tecnico e professionale nei vari campi in cui operano gli enti locali( contabilità, urbanistica e ambiente, lavori pubblici, assistenza, gestione attività culturali, ecc, ecc.). Similmente si può prevedere per altre cariche di nomina politica( ad es. Cda municipalizzate). Lo sforzo che dovrà essere prodotto per superare queste manchevolezze dovrà vestirsi, nella gestione quotidiana e locale, di un atteggiamento che vorremmo chiamare“ professionale” volendo dire con questo termine la qualità che deve essere posta anche nelle piccole cose, pur essendo svolte da semplici volonterosi. Abbiamo partecipato ad assemblee cittadine e provinciali nelle quali non solo non si è deliberato( non sempre obbligatorio), ma nelle quali non sono nemmeno state dibattute problematiche in modo produttivo. Spesso non si sono scritti neppure dei verbali. Praticamente la maggior parte di detti incontri non si sono svolti sulla base di un documento preparatorio, con informazioni e proposte, anche alternative, di risoluzione: invece una lunga serie di interventi verbali( nessuno lascia una traccia scritta) più o meno intelligenti, a volte solo per segnalare presenza, spesso dei soliti, senza un filo conduttore. Di fronte a questi“ professionisti dell’ intervento verbale” è ' abbastanza normale invece che qualcuno si ritragga dall ' intervenire perché sul piano della“ bella retorica” si sente perdente. La scarsa consuetudine a parlare in pubblico, è molto diffusa e purtroppo tiene lontani molti da una partecipazione più attiva nei nostri incontri soprattutto i più importanti. A ciò si aggiunge la difficoltà di intervenire nelle nostre assemblee dove gli argomenti non sono mai ben circoscritti, né vi è alcuna relazione preparatoria che ci arriva preventivamente via e mail; e così, anche se uno vuole prepararsi, non sa bene su che cosa. Se, come partito, avessimo senso di comunità, avremmo affrontato questo problema di disagio e di difficoltà di molti nell ' esprimersi verbalmente in modo estemporaneo, aiutando con tracce, documenti preventivi e quant’ altro allo scopo. A parte la questione oratoria, anche la votazione diventa difficile senza
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