Partito Democratico Circolo 7 ° di Udine stato fatto per il nostro circolo, ma non sappiamo degli altri. Ciò si dovrà fare in futuro, ma con maggiore anticipo, per essere rivolto sia elettori, sia all’ organismo incaricato della composizione della lista, della definitiva formulazione di questa. Questo a noi pare un atto necessario e dovuto, ma deve essere fatto per tempo, diffuso convenientemente, possibilmente sul sito Internet del PD e sulla base di un modello di base comune nell’ ambito almeno comunale. Poiché sarà abbastanza naturale che in futuro molti candidati non provengano da una militanza attiva nel partito, pare utile che vengano richiamati per la fase elettorale modelli di comportamento validi per tutti ed ispirati a stili di serietà e sobrietà. I criteri per la scelta devono essere preventivamente discussi e devono essere trasparenti a tutti gli iscritti. Oltre alle esperienze varie e competenze professionali, deve essere considerato all’ interno del“ gruppo” anche il“ quoziente politico” che esso esprime, non lasciamo questo ruolo di“ garanzia” ad uno solo; qui non nel senso del numero delle possibili preferenze, quanto piuttosto, nella capacità di portare avanti le nostre linee ed idee, anche nel quotidiano dell’ attività amministrativa, di rapportarsi, in un gioco di squadra, con il proprio partito( circoli e vari livelli di istituzioni politiche ed amministrative), con le altre componenti presenti nel consiglio comunale, con la struttura della macchina comunale. Inoltre nella valutazione si dovrà sempre ricordare che le capacità richieste come amministratore comunale sono molto diverse da quelle per un dirigente di partito; inoltre per il primo si deve anche distinguere tra capacità gestionale e capacità progettuale. Troppo spesso si è data poca importanza al vissuto e, per contro, molta al numero di preferenze che quel candidato poteva trascinare con sé: viene considerata una garanzia la rappresentanza di categorie della società pensando con questo di“ inglobare” la maggior parte degli iscritti a quelle: ma quello che una volta si faceva con organizzazioni“ collaterali”( sindacati, parrocchie, ecc.) oggi non funziona più. Molto di meno è interessato( si pensa che non sia un argomento“ politico”) il vissuto delle singole persone, quale sia stato il loro comportamento nell’ ambito lavorativo e nella società in generale, come esse si rapportino con le altre, anche nei contatti personali. Gli aspetti della psicologia non sono marginali. La composizione della lista quindi non può essere un fatto abbastanza casuale e deve essere curato anche l’ ordine in cui vengono disposti i nominativi dei candidati. Saremmo ipocriti a sostenere che per il partito ogni candidato vale l’ altro, se non altro per lo specifico ruolo che potrebbe avere in seno nell’ organizzazione del gruppo consigliare. Quindi il partito deve sostenere i candidati che ritiene più adatti a far parte del gruppo, evitando che restino escluse persone di ottime capacità funzionali alla squadra, solamente perché con poche conoscenze e scarse attitudini ed occasioni a farsi conoscere. Si ritiene che la pratica del“ ripescaggio” all’ esterno, a posteriori, per una nomina ad assessore, ancorché legittima, debba essere limitata ai casi di eccezionalità. Per prima cosa, essa potrebbe farsi nel caso in cui nella composizione della lista non si siano previste, per alcuni settori strategici, persone di sufficiente preparazione specifica. Questa eventualità comunque sarà remota se si agirà come stiamo auspicando. Costoro però devono essere simpatizzanti( veri) ma non iscritti. Infatti per qualunque iscritto, specie se candidato concorrente( e magari di operativa militanza), quel ripescaggio sarebbe un inconcepibile privilegio e non si capirebbe perché un altro iscritto come lui non debba parimenti mettersi in gioco. Se il partito lo indica a posteriori, non c’ è motivo: perché non avrebbe potuto indicarlo prima e sostenerlo perché ritenuto importante nella composizione del gruppo? Se invece, nonostante candidato e appoggiato, il suo risultato non sia stato positivo significa che gli elettori( o il partito con un sostegno non convinto) così hanno giudicato ed occorre obbedire alla volontà delle urne. Un altro problema è quello della tempestiva individuazione del futuro sindaco, soprattutto quando quello in carica ha esaurito il numero dei mandati. Analogamente al discorso fatto per gli assessori il candidato sindaco dovrebbe prioritariamente essere individuato tra gli iscritti, anche perché, diversamente da tempi passati, mi pare superato il pregiudizio per cui un sindaco non dovrebbe essere troppo identificabile politicamente. Il non aver mai partecipato alla vita di un partito politico può generare problemi di autoisolamento,
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