Documenti congresso PD 2013 Bersani 06 2013 | Página 7

un altro sentiero decisivo per il cambiamento della struttura economico-sociale del Paese e il superamento delle sue strozzature e arretratezze.
4. Controcorrente: per un soggetto politico collettivo.
La riflessione sul partito deve essere condotta senza ipocrisie e toccare i punti di fondo, se vogliamo capire cosa non ha funzionato fin qui e soprattutto quale idea di partecipazione democratica abbiamo in testa. In questi anni è enormemente aumentato il sovraccarico di richieste insoddisfatte che gravano sul sistema democratico. Ne è derivata una spinta ancora più forte alla semplificazione del linguaggio e dei tempi della politica. Questa spinta, non trovando alcuno sbocco in una riforma delle istituzioni e dei partiti, si è tradotta in un ulteriore scivolamento verso il modello dell’ uomo solo al comando, il primato della comunicazione e la riduzione della partecipazione a delega plebiscitaria al leader. Un modello di cui Berlusconi è stato il principale interprete e che – lo abbiamo visto- porta consenso ma non soluzioni. Noi siamo convinti che fare davvero il PD significhi essere alternativi e non arrendersi a questo tipo di logica. Questa è una discriminante di fondo che comporta delle conseguenze strutturali nel modo di intendere il partito. Per ristabilire un nesso tra partecipazione e decisione è indispensabile che chi aderisce al PD sia consapevole di rimettere una parte della sua soggettività decisionale a un confronto e a una deliberazione di tipo collettivo. Senza questo elementare principio d’ ordine un partito non è un soggetto collettivo e non è in grado di assicurare quel grado di unità e affidabilità senza il quale esso diventa inutile per i suoi membri e per la società intera. Solo così una ricchezza di partecipazione sociale può pervenire a esiti di decisione. Agli albori della democrazia di massa i partiti sono stati inventati proprio perché il singolo individuo, senza associarsi con quanti condividevano i suoi interessi, non avrebbe contato nulla nel processo decisionale. Oggi la società contemporanea ha frammentato appartenenze e convinzioni, ma quel punto di fondo permane, in una situazione in cui è enormemente più difficile aggregare‘ parti politiche’ sulla base di interessi omogenei e in cui le nuove tecnologie dell’ informazione, accanto alle straordinarie opportunità informative che offrono, rischiano di attutire la percezione del singolo di non avere alcune incidenza sulle decisioni che contano. Il populismo leaderistico appare in sintonia con lo spirito dei tempi anche perché ha un’ affinità elettiva, forse neanche troppo segreta, con questa‘ logica atomizzante’ di un certo uso della rete: al singolo viene consentito di sfogarsi, lisciando il pelo alla sua rabbia e ai suoi legittimi risentimenti, ma in realtà non gli si sta dando un potere reale, ma gli si sta togliendo il potere faticosamente costruito con la democrazia costituzionale dei partiti: quello di concorrere con le persone a lui affini per interessi e convinzioni a trovare le soluzioni collettive ai problemi. O il Partito Democratico si pone l’ obiettivo di ricostruire un rapporto tra l’ espressione della soggettività individuale e il vincolo che la ricerca di decisioni collettive comporta, dando uno sbocco costruttivo anche alle nuove spinte partecipative che emergono dalla rete, oppure si consegna definitivamente alla logica del suo avversario e a un terreno, quello della semplificazione populista, su cui è difficile che possa mai vincere. L ' alternativa che ha di fronte il PD è quella di continuare a essere- al di là dei richiami retorici e statutari- un semplice‘ spazio politico’ variamente frequentato nel periodo di tempo che intercorre tra un ' elezione primaria e un ' altra, oppure diventare un soggetto politico che ricostruisce un nesso tra partecipazione e decisione, facendo in modo che iscritti ed elettori possano davvero contribuire, attraverso una consultazione e un confronto di tipo deliberativo, alla discussione di programmi e scelte politiche, oltre che alla selezione di gruppi dirigenti e candidature. Se nel recente passato abbiamo perduto molto, forse troppo tempo, in una sterile discussione tra i fautori del‘ partito liquido’ e quelli del‘ partito pesante’, oggi si deve evitare il rischio di ripetere