compromesso con la destra su una legge elettorale fondata sul doppio turno di collegio . Il punto è piuttosto ragionare su un nuovo equilibrio dei poteri , che consenta di dare uno sbocco democratico e costituzionale a una spinta alla personalizzazione e a un ’ istanza di decisione diretta da parte dei cittadini che , se non riconosciuta e canalizzata entro forme regolate , rischia di accentuare le deformazioni plebiscitarie del ventennio berlusconiano e di travolgere ogni presidio istituzionale . È peraltro da dimostrare che il rischio di un ’ uscita di tipo ‘ sudamericano ’ dalla crisi democratica sia maggiore con un sistema semi-presidenziale accompagnato da un forte ruolo di un ’ assemblea legislativa composta da parlamentari scelti dai cittadini in un ’ elezione distinta , da una rinnovata funzione dei partiti sulla base di una legge di attuazione dell ’ articolo 49 della Costituzione e da una seria normativa su anti-trust e conflitto di interessi , piuttosto che con forme di ‘ premierato forte ’ non sufficientemente bilanciato , in cui il capo del governo disponga del potere di scioglimento delle Camere e magari anche , per effetto di una legge elettorale come l ’ attuale , del potere di nomina di una buona parte dei parlamentari . Ciò a cui occorre tendere è , in ogni caso , un sistema equilibrato , che sia dotato di forza decisionale e insieme degli indispensabili contrappesi istituzionali . L ’ obiettivo deve essere quello di ricostruire un nesso tra partecipazione e decisione democratica , ridefinendo la funzione dei partiti e del Parlamento in un quadro in cui le trasformazioni sociali e culturali producono una forte istanza di protagonismo diretto dei cittadini . In questo senso , il nostro avversario non è il semipresidenzialismo in sé , ma qualsiasi curvatura in senso populista sia del presidenzialismo che del premierato .
3 . Per una nuova creazione di valore oltre la crisi : uguaglianza , lavoro , diritti , impresa .
L ’ Italia giusta è stato lo slogan centrale della campagna elettorale del PD . Si è discusso della sua efficacia comunicativa , ma certo la scelta è stata coerente con il tentativo compiuto durante gli anni della segreteria Bersani di fare dei temi del lavoro e dell ’ eguaglianza il baricentro dell ’ identità del partito dopo la lezione della crisi economica globale . La vittoria elettorale dimezzata di febbraio è stata interpretata da alcuni come il segno che questo baricentro identitario vada rimesso in discussione . Il problema è forse più complicato e dovrebbe indurre a maggior cautela rispetto a sia pur legittimi desideri di rivincita nel confronto interno al PD . In primo luogo , l ’ argomento che il profilo politico-programmatico del partito fosse non sufficientemente aperto alle istanze liberali è stato adoperato ben prima del voto , soprattutto a partire dalla nascita del governo Monti e dalla celebrazione della sua famosa ‘ agenda ’. Per mesi è vissuta nella nostra discussione interna l ’ idea che l ’ adesione a questa agenda sarebbe dovuta divenire il tratto centrale della nostra proposta al Paese , in quanto in grado di catalizzare un consenso trasversale e maggioritario . L ’ esito elettorale della lista Monti , lontanissimo dalle aspettative non solo dei suoi protagonisti ma anche di quanti nel PD sostenevano questa posizione , dimostra che il problema di andare oltre il recinto del tradizionale radicamento sociale della sinistra italiana è decisamente più complesso . Questo problema certamente esiste , al di là della dimensione numerica insoddisfacente del risultato del PD . Tutte le principali analisi qualitative del voto del 24-25 febbraio 2013 segnalano che il centrosinistra ha tenuto decisamente meglio le posizioni tra i lavoratori del pubblico impiego , i pensionati e gli elettori con elevato livello di istruzione , mentre ha visto accentuarsi le sue difficoltà tra lavoratori autonomi , lavoratori dipendenti del settore privato , piccoli e medi imprenditori , precari e disoccupati . È stato acutamente osservato che l ’ accentuazione di questo dato nel voto di febbraio ha segnato l ’ affermazione di una sorta di bipolarismo sociale in luogo di un declinante bipolarismo politico . L ’ obiettivo di rompere la gabbia di questo bipolarismo sociale deve certamente essere uno dei temi centrali del prossimo congresso . Dovremo riflettere non