A ben guardare il partito della mobilitazione cognitiva rappresenta il superamento dello scarto fra democrazia e tecnocrazia 47. Si tratta di una questione centrale, nata con il sorgere stesso della democrazia politica in Europa, rilevante fin dagli anni’ 20-’ 30 dello scorso secolo: quella della tensione fra principio di maggioranza – il governo dei democraticamente eletti – e principio di competenza – il governo di chi sa. Tema ripreso di recente in Italia, sia in relazione al condizionamento dell’ azione del governo nazionale da parte di organismi tecnocratici sovra-nazionali, sia in relazione alla formazione di un“ governo tecnico” 48.
La tensione sarebbe inevitabile se fosse vero che il“ saper governare” è privilegio di pochi; che questi pochi“ sanno” davvero quali soluzioni dare ai problemi dell’ azione pubblica. Il buon governo dipenderebbe allora dalla possibilità di adottare le soluzioni disegnate da questi pochi competenti; soluzioni valide in tutti i luoghi e protette dalla nefasta influenza del confronto con masse di cittadini incompetenti e preoccupati solo del proprio interesse particolare. Così questo principio di competenza, necessario al buon governo, entrerebbe in tensione con il principio di rappresentanza. Si dovrebbe ricercare un punto di compromesso. Le cose non stanno assolutamente così, lo abbiamo già visto! Le trasformazioni richiamate hanno reso ancora più evidente che in passato che, indipendentemente da ogni giudizio di valore, la conoscenza sul che fare, sulle soluzioni disponibili, sulla loro rispondenza alle preferenze dei cittadini, sulla loro appropriatezza al contesto non è detenuta da pochi, ma è piuttosto dispersa fra una moltitudine di individui. E più spesso ancora, questa conoscenza non pre-esiste ma scaturisce ex-novo – innovazione imprevista – dall’ interazione, ovvero dal conflitto, all’ interno di questa moltitudine, purché gli individui confrontino le loro informazioni disperse e i loro diversi interessi in modo aperto e ragionevole e siano garantite, e da tutte le parti riconosciute, le forme del conflitto e del procedere della democrazia.
Se così stanno le cose, perseguire la concentrazione delle decisioni nelle mani di pochi non è solo in tensione con il principio di rappresentanza. È anche in tensione con il principio di competenza. È un errore e basta. È l’ errore compiuto, come si è visto, durante l’ ultimo trentennio affidandosi per decisioni di grande
47 Pinelli, C.( 2012)-“ Parole Chiave” n. 47- scrive che“ al di là di una certa retorica, [ gli strumenti della democrazia
deliberativa ] presentano modalità di apprendimento e trasmissione del sapere che richiedono un profondo ripensamento dei paradigmi di organizzazione delle conoscenze nella sfera pubblica, e che nello stesso tempo potrebbero scardinare la stessa tradizionale dicotomia democrazia / tecnocrazia”, p. 148. 48 Cfr. ancora Pinelli, C.( 2012).
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