in ciò , anche a una funzione educativa e di trasmissione di metodo e di slancio attraverso le generazioni .
Cambiare la macchina dello Stato nella direzione richiesta dallo sperimentalismo senza contemporaneamente cambiare i partiti appare dunque velleitario .
Anche quando si arriva a praticare il metodo sperimentale , per scelta politica di governo e potendo eccezionalmente ricorrere ad un ’ amministrazione pubblica centrale innovativa , l ’ impegno , la fiducia , il coraggio dei soggetti locali , privati e pubblici sono limitati dalla loro solitudine , dall ’ assenza di una rete entro cui trovare le risorse cognitive e fiduciarie per azzardare comportamenti nuovi , per “ rischiare di avere fiducia ”, come fu saggiamente detto in un ’ assemblea pubblica a L ’ Aquila ( dove una pratica di governo a lungo diametralmente opposta allo sperimentalismo democratico ha logorato in modo accentuato il rapporto fra cittadini e Stato ). È anche questa l ’ esperienza personale di cui ho prima detto .
Negli altri casi - la maggioranza - in cui l ’ amministrazione si presenta con la sua veste arcaica , i soggetti investiti dall ’ azione pubblica , privi della rete di un partito , non hanno forza , coesione e voce per reagire , per proporre un metodo ( quello dello sperimentalismo ) che pure è nella loro testa . Se reagiscono , lo fanno vuoi per dire dei “ no ”, vuoi per torcere l ’ azione pubblica nella direzione di interessi più ristretti , se non particolari .
Per testare la validità del mio assunto è utile porsi ancora tre domande . Se per avviare saldamente il cambiamento possa “ bastare ” l ’ affidare la guida del governo a genuini innovatori . Se al cambiamento possano essere sufficienti altri corpi intermedi della società , anche senza i partiti . Se la Rete possa sostituire i partiti . Non basta constatare che sinora nessuno di questi tre fattori si è rivelato sufficiente . È utile ribadire perché .
Può il “ buon governo ” essere conseguito da una forte e innovativa guida del governo e del Parlamento che modifichi la macchina dello Stato ? No , per tre ragioni . Perché non si vede come si possa avere tale forte e innovativa guida se non esiste alle spalle un partito che abbia una visione del futuro del paese e la connessa potenza di mobilitare conoscenze per disegnare il “ che fare ”. Perché anche ipotizzando
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