4. Per innovare la macchina pubblica servono i partiti
L’ esperienza internazionale mostra che i passi verso lo sperimentalismo democratico, pur avvenendo in modo incrementale, non sono frutto di un processo evolutivo autosostenibile. Queste innovazioni, quando partorite spontaneamente,“ non danno di per sé vita a un processo politico democratico. Orientano il pensiero e l’ immaginazione e stimolano ipotesi su nuove forme di intervento che richiedono dibattito e conflitto” 37. Per fruttare e diffondersi richiedono un’ arena politica in cui i cittadini coinvolti nel processo possano trovare la motivazione, la continuità e l’ efficacia per impegnarsi. Un’ accentuata procedura deliberativa ha bisogno di un aperto e regolato conflitto sociale: serve un partito, con un forte radicamento sociale, che promuova e dia esiti operativi e ragionevoli a questo conflitto e che sia capace di indicare le priorità e le grandi scelte in termini di uso del denaro pubblico.
Questa necessità è già evidente per paesi dove, sul terreno di una macchina pubblica fondamentalmente sana, lo sperimentalismo si va diffondendo a partire dalle esperienze sedimentate lungo le due fasi storiche precedenti. Lo è ancora di più in un caso, come quello italiano, dove la macchina dello Stato è arcaica ed è unita in fratellanza siamese a partiti Stato-centrici. L’ arcaicità dello Stato rende necessario un forte cambiamento, di persone, di metodi, di linguaggio, di stili di comportamento, anche solo per mettersi nelle condizioni di“ giocare”, cioè di avere le basi che altri paesi hanno già costruito. L’ esistenza della fratellanza siamese e del catoblepismo ci dice che ogni tentativo di cambiamento troverà – come ha trovato finora di fronte ai tentativi compiuti – una forte resistenza nelle élite, che vedranno messo in discussione il proprio potere. È quindi indispensabile una forte spinta da parte dei cittadini, organizzati in formazioni robuste, capaci di esprimere competenza e soluzioni, pronte a reggere a impegni prolungati, segnati di arretramenti e avanzamenti complessi.
I partiti servono a dare slancio e costanza a queste necessità. E a porre la questione decisiva del cosa e come fare. Perché sono inalienabili le funzioni di determinare, favorire e diffondere riti partecipativi, capaci di parlare delle cose, di riunire sulle cose da fare, esaminando ogni volta possibilità, contesti, risorse, obiettivi in termini pragmatici, per dare prospettive credibili alle aspirazioni, alle speranze e per assolvere,
37 Cfr. ancora Sabel, C.( 2012).
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