Documenti congresso PD 2013 Barca | Page 27

stesso tempo a fronteggiare un peggioramento nelle condizioni di vita dei cittadini e nella fiducia delle imprese e a realizzare rigore nel governo delle pubbliche finanze.
L’ austerità che questa situazione domanda può essere declinata in due modi radicalmente diversi. Come scriveva Enrico Berlinguer in un passaggio poi mancato della nostra storia repubblicana, l’ austerità“ può essere adoperata o come strumento di depressione economica, di repressione politica, di perpetuazione delle ingiustizie sociali, oppure come occasione per uno sviluppo economico e sociale nuovo, per un rigoroso risanamento dello Stato, per una profonda trasformazione dell’ assetto della società, per la difesa ed espansione della democrazia” 36. Il minimalismo promuove la prima strada. Lo sperimentalismo la seconda.
È utile stilizzare, le differenze:
� Il minimalismo persegue l’ efficienza nella produzione di beni pubblici attraverso la definizione a livello nazionale e / o sovra-nazionale di soluzioni, regole e best practices e di meccanismi automatici di aggiustamento, nel convincimento che il“ che fare” sia noto a ristrette classi dirigenti( fossero anche quelle dai cui errori la crisi origina). Lo sperimentalismo ricerca il modo più efficace e meno oneroso per produrre i beni pubblici confrontando in modo aperto e intensamente dibattuto le diverse soluzioni praticate o proposte, nel convincimento che la conoscenza sul“ che fare” sia diffusa e da reinventare in ogni contesto.
� Il minimalismo utilizza lo spavento indotto dalla crisi( talora fomentandolo) per fare accettare provvedimenti assunti attraverso processi decisionali chiusi, ristretti ai“ detentori di conoscenza”. Lo sperimentalismo trova nella trasparenza e apertura di tutte le informazioni e in atti di pubblica decisione assunti attraverso processi decisionali partecipati, la base per limitare lo spavento indotto dalla crisi.
36 Conclusioni al Convegno dell’ Eliseo del 15 gennaio 1977, ora in Berlinguer, E.( 1977), Austerità occasione per
trasformare l’ Italia, Editori Riuniti, Roma. Miguel Gotor, nel ripubblicare questo testo e nel ricostruire il contesto storico in cui Berlinguer propose la strategia dell’ austerità( cfr. Gotor, M.( 2013), La passione non è finita, Einaudi, Torino), sostiene che la sua proposta ha“ maggior attualità e interesse sul terreno dell’ elaborazione culturale che non quella della politica economica”, osservando come essa colga la permanente, insostenibile tensione fra opulenza dei paesi avanzati e povertà del resto del mondo e la centralità della questione ambientale. In realtà, anche sul piano della politica economica, l’ idea che l’ azione pubblica frutto di un confronto pubblico aperto e appassionato possa condurre a eliminare“ sprechi, sperperi e … particolarismi” – come scrive Berlinguer- nella produzione di beni pubblici e possa orientare la domanda di beni privati è intuizione assolutamente attuale. E’ in questa chiave, di politica dell’ azione pubblica e non“ moralistica”, che va riletto il consenso allora raccolto nell’ area cattolica e laica.
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