detentori di conoscenza e esperienza a partecipare, promuova il confronto fra le loro parziali conoscenze, consenta innovazione, e lo traduca in decisioni assunte secondo le regole di responsabilità costituzionalmente previste. A tale scopo è necessario muovere da quadri regolativi iniziali volutamente provvisori e prevedere la loro progressiva revisione attraverso un processo di analisi continua degli esiti nei rispettivi contesti, fondata su partecipazione attiva dei cittadini, verificabilità, monitoraggio e valutazione in itinere, presidio dei risultati e forte utilizzo della Rete per dare semplicità, apertura e tempestività a queste funzioni.
Questa macchina, che affonda le radici nelle parti più innovative della soluzione socialdemocratica 32 e usa molti strumenti di quella minimalista, definiamo, con Sabel,“ sperimentalismo democratico”.
È un metodo che assume forte rilievo in tutti i campi dell’ azione pubblica. Anche in quello volto ad affrontare il decisivo problema dell’ esclusione dal lavoro e della disoccupazione strutturale.“ Quando cambiamenti radicali nelle tecnologie o nel design mettono fuori gioco intere produzioni o professionalità operaie … l’ assicurazione dalla disoccupazione non costituisce il ponte verso un altro lavoro. La risposta vera a questa situazione consiste nel consentire a individui e famiglie di auto-assicurarsi contro questi rischi acquisendo la capacità di trovare soluzioni” 33. Le caratteristiche dei servizi e delle capacità da fornire vanno individuate, contesto per contesto, attraverso il metodo proprio dello sperimentalismo.
Il metodo di governo che si va costruendo gradualmente in giro per il mondo e che dovremmo porci come obiettivo di costruire( e al quale molti in Italia già oggi lavorano, spesso in solitudine) è dunque imperniato su istituzioni pragmatiche che consentano di prendere e modificare decisioni combinando un processo di mutuo apprendimento con il massimo possibile di impegno e sviluppo degli individui.
32 Scrive ad esempio Brandt a Kreisky e Palme nel luglio 1973, citando Erhard Eppler in una lettera che rileva una
ricerca profonda sul tema della“ qualità della vita” che l’ azione pubblica deve prendere a riferimento( così lontana dall’ argomentare e fare delle attuali classi dirigenti europee).“ Se riteniamo la libertà e la partecipazione alle decisioni una parte essenziale della qualità della vita, allora il metodo in base al quale determiniamo la qualità della vita è già una parte essenziale di essa … il processo democratico per la definizione e l’ attuazione della qualità della vita è già una parte essenziale di essa”( in Brandt, W., Kreisky, B., Palme, O.( 1976), p. 67). 33 Cfr. ancora Sabel, C.( 2012), p. 9.
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