paese le scelte della macchina pubblica, indicandole di cosa le grandi imprese hanno necessità per investire, espandersi, localizzarsi, intraprendere grandiosi progetti di sviluppo.
In realtà, la conoscenza necessaria per assumere decisioni pubbliche che siano davvero di interesse generale non è concentrata nelle mani di pochi. Questa conoscenza è dispersa fra una moltitudine di soggetti, privati e pubblici, ognuno dei quali possiede frammenti di ciò che è necessario sapere: ne fanno certo parte i grandi imprenditori ma anche quelli non grandi; i tecnici degli organismi internazionali o protofederali, ma anche quelli di migliaia di centri di competenza e ricerca; ne fanno parte i pubblici amministratori, ma anche i quadri dei corpi intermedi della società; ne fa parte il ceto medio urbano, ma anche i lavoratori dell’ industria e dei servizi sociali. Muta quindi, questa conoscenza, al cambiare dei contesti a cui quelle decisioni pubbliche si applicano, ovvero il loro effetto dipende dai contesti. Ancora di più: la conoscenza necessaria spesso neppure esiste quando sorge un problema o un’ opportunità; essa scaturisce piuttosto come“ innovazione” dal confronto e dal conflitto fra molteplici soggetti che possiedono conoscenze parziali 30. Questo stato di cose è particolarmente vero nel mondo attuale segnato dai due fenomeni epocali che ho richiamato, di ipertrofia dell’“ io” e di diffusione delle conoscenze. Con un’ incertezza elevata e pervasiva, una tecnologia rapidamente mutevole, preferenze assai idiosincratiche ai contesti, le soluzioni di ieri rappresentano una guida limitata per risolvere i problemi di oggi e nessuno possiede la conoscenza adeguata per anticipare i problemi e per disegnare soluzioni 31.
La soluzione dello sperimentalismo democratico Nasce qui la visione alternativa: la macchina pubblica per prendere decisioni – si tratti di servizi per il ciclo dei rifiuti, per l’ acqua o per la manutenzione del territorio, del sistema per punire e recuperare chi viola la legge, delle scelte per la mobilità, della tutela e promozione della cultura, delle regole del mercato del lavoro o dei capitali, dei modi di passare da una scuola trasmissiva a processi di apprendimento a scuola e fuori di tipo attivo, della costruzione di percorsi di inclusione sociale capaci di rendere protagonisti i destinatari – deve costruire un processo, che, convincendo i molteplici
30 Su questo punto e sul nesso decisivo fra innovazione e conflitto – nelle imprese, nel governo della cosa pubblica, nella politica – cfr. Seravalli, G.( 2011), Conflitto e Innovazione, Egea. 31 Per questa argomentazione si veda Sabel, C.( 2012).
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