imprese multinazionali , per via della molteplicità di detentori di interessi e competenze con cui interagiscono ( finanziatori , lavoratori , clienti , cittadini il cui contesto ambientale è influenzato dagli effetti delle produzioni , etc .), abbiano la capacità e l ’ incentivo per effettuare una sintesi delle conoscenze e degli interessi di tutti questi soggetti , finendo quindi per prendere decisioni di investimento e di localizzazione che sono nell ’ interesse generale : sarebbe dunque bene che l ’ azione pubblica seguisse l ’ indirizzo delle grandi imprese 28 . In entrambe le mitologie , sotto la parvenza di una posizione “ liberale ” che invoca mercato e Stato minimo , si staglia invece uno Stato massiccio e onnipotente che in un caso detiene il sapere per stabilire le regole “ buone per tutti ”, nell ’ altro scrive le norme e realizza gli investimenti chiesti dagli onniscienti e neutrali tecnocrati privati .
Il superamento di entrambe queste visioni , socialdemocratica e minimalista , che come ogni superamento incorpora contributi e lezioni di entrambe , si sta oggi manifestando con particolare forza nei paesi dove più intenso è stato l ’ impegno della macchina pubblica nelle fasi precedenti . Tale superamento poggia sulla comprensione di un errore comune alle due visioni : ritenere che alcuni , pochi , soggetti possano avere la conoscenza per prendere le decisioni necessarie nel pubblico interesse .
Nella visione socialdemocratica , o meglio in molte sue applicazioni 29 , questa capacità è attribuita agli amministratori e tecnici pubblici : a quelli nazionali , raccolti attorno al governo e nei centri di competenza dello Stato nazionale ; e a quelli che ogni Stato nazionale assegna agli organismi internazionali o “ proto-federali ” all ’ uopo costituiti , Ocse , Fmi , Banca Mondiale , Commissione Europea , etc .. Nella visione minimalista , questa capacità è primariamente attribuita a manager e tecnici , vuoi raccolti nelle tecnocrazie degli organismi internazionali oramai resesi autonome dagli Stati nazionali di provenienza , vuoi dei grandi megacorp privati : ai primi è attribuita la funzione di “ scrivere regole ”, di raccomandare ai singoli Stati i comportamenti appropriati , che essi si assume conoscano ; ai secondi è attribuito il compito di indirizzare in ogni singolo
28 Per una franca esposizione di questa impostazione , cfr World Bank Development Report del 2009 . Per un
riconoscimento della sua infondatezza cfr . Acemoglou , D . ( 2009 ), “ The Crisis of 2008 : Structural Lessons for and from Economics ”, CEPR Policy Insight , n . 28 . Questo mito e quello delle “ istituzioni perfette ”, nonché il loro superamento , sono discussi , nel contesto specifico delle politiche di sviluppo , in Barca , F . ( 2011 ), “ Alternative Approaches to Development Policy : Intersections and Divergencies ”, in OECD Regional Outlook . 29 Nel ragionamento e nelle aspirazioni dei rappresentanti più alti del modello socialdemocratico “ propositi e
proposte non sono mai concepiti – scrive Arfè nella premessa a Brandt , W ., Kreisky , B ., Palme , O . ( 1976 ), p . XV – in moduli di tecnocrazia efficientistica o paternalistica , ma in funzione dell ’ elevamento non soltanto della condizione di vita del lavoratore ma della capacità di partecipazione alla vita della società ”.
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