La soluzione “ minimalista ”, o liberista , con cui si è data risposta alle criticità del modello precedente , ha promosso in tutti i campi , sul piano del metodo , nuove tecniche di misurazione dei risultati attesi dell ’ azione pubblica , ha sfruttato le nuove tecnologie dell ’ informazione per rendere pubblici e verificabili tali obiettivi e le informazioni raccolte e prodotte dalla macchina pubblica , ha dato vita a un confronto serrato sulla valutazione degli effetti dell ’ azione pubblica . Ma nell ’ applicare queste tecniche la nuova soluzione ha commesso gravi errori .
La soluzione minimalista ha , in primo luogo , ritenuto che la personalizzazione dei servizi e le deviazioni dell ’ azione pubblica dagli interessi generali potessero essere risolte esternalizzando ai privati la produzione dei servizi e contrattualizzando i rapporti con essi sulla base di target e regole predefiniti : ne sono discese deviazioni ben più gravi di prima , con riflessi negativi profondi sulla qualità dei beni pubblici prodotti dallo Stato e sulla loro inclusività , e dunque sulla democrazia . In secondo luogo , la soluzione minimalista ha smantellato , nel mercato dei capitali e nella regolazione del delicato rapporto fra proprietà ( azionisti e / o banche ) e controllo ( amministratori ) delle imprese , gli strumenti discrezionali della fase precedente , e li ha sostituiti , anche qui , con meccanismi automatici e contrattuali ( dalle stock option per gli amministratori ai derivati ): ciò ha introdotto un tale grado di incontrollabilità degli amministratori e squilibri talmente profondi nelle modalità di approvvigionamento del capitale da parte delle imprese da creare le basi per ricorrenti crisi di fiducia finanziaria . Infine , attribuendo al mercato virtù di auto-riequilibrio , ha negato che fosse compito dello Stato contrastare il ciclo economico , demolendo sul piano culturale e normativo ( regole rigide automatiche – di nuovo – di pareggio del bilancio ) la capacità degli Stati nazionali di contrastare le crisi .
A questi esiti gravidi di conseguenze sociali ed economiche e fonte della crisi il minimalismo è giunto sulla base di due distinti miti , entrambi privi di fondamento . Il primo mito è che esistano “ istituzioni e regole ottime ”, indipendenti dai contesti , elaborabili da tecnici “ al di sopra delle parti ”, generalmente collocati in organismi sovranazionali , e che il problema dell ’ azione pubblica consista nell ’ applicare tali istituzioni e regole ai luoghi ( tesi delle “ istituzioni perfette ”) 27 . Il secondo mito è che le grandi
27 Sull ’ infondatezza di questa ipotesi , cfr Rodrik , D . ( 2008 ), “ Second-Best Institutions ”, American Economic Review , Papers and Proceedings , Maggio .
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