borghesi 16. È il timore per la prevalenza nei partiti degli interessi“ di parte”, o particolari, che inevitabilmente si affiancano alla ricerca di interessi generali.
Si tratta, certo, di un timore“ peloso” sul piano concettuale, visto che tutte le tradizioni“ culturali dell’ opposizione al partito in sé … hanno il loro nemico nel pluralismo” 17. Identificandolo con la sommatoria di interessi particolari, esse finiscono per perseguire soluzioni moniste, assolutamente incoerenti con una libertà sostanziale degli individui, oltre che con la complessità della realtà. Ma ciò non toglie che per milioni di cittadini si tratti di un timore assolutamente ragionevole e fondato su una molteplicità di comportamenti abusivi del ruolo pubblico, di gravità, diffusione, arroganza e senso di impunità tali da creare un solco incolmabile fra loro( noi) e i“ politici”. Un timore che spiega il livello“ fuori soglia di sicurezza democratica” che ha raggiunto la sfiducia nei partiti e il“ rancore di massa nei confronti della classe politica” 18.
Il fatto che molti di questi stessi cittadini stabiliscano con i“ politici” rapporti collusivi volti a catturare favori, nulla cambia; anzi accentua, nella mortificazione, il rancore e il risentimento verso di essi. Sta in questo risentimento, nella percezione, assai spesso fondata, che i“ politici” e l’ élite amministrativa a essi connessa non paghino in alcun modo i costi della gravissima crisi in atto, il fondamento di molte richieste di riduzione dei“ costi della politica”, più che nel loro effetto sui conti pubblici o sull’ efficienza ed efficacia dell’ amministrazione.
Partiti Stato-centrici e macchina dello Stato arcaica, gettando sabbia nei meccanismi normali di rinnovamento delle classi dirigenti, fomentano un insensato conflitto generazionale. Costruendo barriere all’ entrata che privilegiano l’ anzianità, partiti e macchina dello Stato non costruiscono gli indispensabili percorsi di trasferimento di conoscenze, funzioni e poteri attraverso le generazioni, né occasioni e riti responsabilizzanti. Così ragazzi e giovani non vengono indotti a crescere 19, completare gli studi e transitare verso il lavoro, assumere responsabilità, prendere parte ai processi decisionali. Vengono inibiti sia il ricambio che la proficua ordinaria co-
16 Cfr. Ignazi, P.( 2012), p. 15. 17 Cfr. Ignazi, P.( 2012), p. 15. 18 Cfr. Revelli, M.( 2013), p. 25. 19 Entro la vasta letteratura che da tempo descrive la crisi dei modelli educativi in Italia, si veda: CEI( 2000), La sfida
educativa, Laterza e Rossi-Doria, M.( 2011), La scena multiforme: le sfide educative di genitori e insegnanti, in Genitori e Insegnanti, Astrolabio, pp. 11-54.
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