particolari . Nelle opportunità perse solo perché idee promettenti ma parziali e unilaterali non avevano l ’ opportunità di confrontarsi in modo adeguato con i punti di vista di soggetti portatori di interessi , valori e competenze diversi , all ’ interno di uno stesso partito : insegnanti con studenti e genitori , operai di una fabbrica inquinante con cittadini inquinati , abitanti di un ’ area attraversata dalla ferrovia con gli utenti del treno , e così via . Nella mancanza di quel dialogo fra destinatari diversi dell ’ azione pubblica che i partiti possono promuovere e gestire .
Mi è apparsa evidente , infine , nella scarsa attitudine dei partiti – con circoscritte eccezioni – a confrontarsi sui metodi innovativi su “ come spendere i soldi pubblici ” che con la mia squadra e rete abbiamo messo sul tavolo . E nell ’ impiego limitato da parte dei media , e pressoché nullo da parte dei partiti , dei dati forniti con modalità “ aperte ” sullo stato di attuazione o sull ’ efficacia di interventi pubblici , leva potenzialmente dirompente per stanare e incalzare una macchina pubblica arcaica .
L ’ equilibrio perverso È dunque evidente che in Italia partiti Stato-centrici e macchina dello Stato arcaica ed élites che li governano vanno d ’ accordo , sostenendosi reciprocamente e producendo un equilibrio perverso , di sottosviluppo : una “ fratellanza siamese … che porta al catoblepismo ” 15 .
Con partiti Stato-centrici associati a uno Stato arcaico , il perseguimento di beni particolari , anziché del bene pubblico , tende a diventare prevalente , anche come motivazione per iscriversi ai partiti o per rapportarsi ad essi . Partiti Stato-centrici e macchina dello Stato arcaica hanno così riportato alla luce in modo eclatante quel “ sottofondo di perplessità , di diffidenza , di ostilità e financo di radicale opposizione ” ai partiti che nasce assieme all ’ affermazione stessa dei partiti con le rivoluzioni
15 Si tratta dell ’ espressione e del neologismo usati nel 1962 da Raffaele Mattioli per indicare il legame perverso
prodottosi in Italia alla vigilia della crisi del 1930-31 fra grandi banche italiane di credito ordinario e industria : la fratellanza siamese consistendo nella circostanza che le banche controllavano le imprese e la sopravvivenza di queste ultime era essenziale alle banche ; il catoblepismo , nel fatto che le banche avevano finito per controllare se stesse . Nel nostro caso , i partiti , anziché essere controllati dai cittadini che ne fanno parte , finiscono per controllare se stessi , esercitando un controllo sullo Stato che a sua volta è a loro essenziale . Cfr . Mattioli ( 1962 ), “ I problemi attuali del credito ”, in Mondo Economico , n . 2 , gennaio , anche in Villari , L . ( 1972 ), Il capitalismo italiano del Novecento , Laterza , Bari . Sulla tesi di Mattioli cfr . Rodano , G . ( 1983 ), Il credito all ’ economia , Ricciardi , Milano-Napoli .
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