Documenti congresso PD 2013 Barca | Page 12

Questo è più o meno vero in giro per l ’ intero mondo . Ma in Italia la crisi del partito di massa ha assunto forme estreme , e la deriva verso il partito Stato-centrico è particolarmente grave . Il peculiare tracollo dei partiti storici a inizio anni ’ 90 ha trovato nella fragilità e arretratezza della macchina pubblica italiana le basi per una fratellanza siamese che non ha paragoni altrove . Si è prodotto qui quello scivolamento verso le forme degenerative appena descritte : una predominanza dei “ leader ”, portatori di una narrazione in cui iscritti ed elettori si riconoscono , fino a forme estreme di partitoproprietà ; una professionalizzazione della struttura di supporto del leader , organizzata in “ staff ”, al di fuori di una legittimazione democratica da parte del partito stesso ; la perdita di peso degli iscritti e dei loro organi , e la dominanza degli eletti sulla dirigenza del partito .
Regole e misura del finanziamento pubblico e cultura politologica egemone hanno sancito la deriva . La copiosità del finanziamento pubblico dei partiti , mirando a liberare i partiti stessi dal condizionamento dei “ fondi neri ” provenienti dalla degenerata conduzione dei grandi enti pubblici nazionali o locali , li ha in realtà legati stabilmente allo Stato , sancendo e accrescendo la loro non-dipendenza dal contributo degli iscritti , il cui controllo sul partito si è così viepiù ridotto . Ad aggravare le cose sta il fatto che questi finanziamenti essendo commisurati agli esiti elettorali , sono anche formalmente connessi agli eletti . Ciò consolida il “ controllo ” dei gruppi parlamentari , attraverso filiere di comando che da singoli “ capi-cordata ” nei gruppi scendono lungo il partito stesso e sono alimentate dai flussi di risorse disponibili . Questa relazione perversa è stata facilitata da un ordinamento che rafforza l ’ indipendenza dei gruppi parlamentari - ossia degli eletti - dagli organi direttivi dei partiti 11 .
La legge elettorale vigente ulteriormente suggella questo stato di cose , creando a sua volta una filiera gerarchica perversa che vede i “ capi-cordata ” concordare con il leader
11 Cfr . Rizzoni , G . “ art . 49 ”, in Bifulco , R ., Celotto , A . e Olivetti , M . ( a cura di ) Commentario alla Costituzione , I , Utet ,
Torino ( 2006 ): “ l ’ adesione dei parlamentari ai diversi gruppi avviene sulla base di una semplice dichiarazione del parlamentare interessato , senza che vi sia alcuna verifica di coerenza tra gruppo di appartenenza e l ’ identità della formazione politica sotto il cui contrassegno è avvenuta l ’ elezione ”, a differenza , ad esempio , del Bundestag tedesco . Questo tratto risente evidentemente della – ma non appare richiesto dalla – previsione costituzionale per cui “ ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato ” ( art . 67 ). Il divieto espresso del vincolo di mandato e l ’ enfasi sulla rappresentanza della Nazione furono introdotte per “ sottrarre il deputato alla rappresentanza di interessi particolari ” ( dall ’ intervento del relatore Costantino Mortati nella discussione della Sottocommissione II dell ’ Assemblea Costituente del 19.9.1946 ). Fu solo Ruggero Grieco a notare che gli eletti sono per loro non eliminabile natura “ vincolati a un mandato ” – il “ programma … [ l ’] orientamento politico particolare ” con cui “ si presentano alle elezioni ” – e che con l ’ esclusione di vincoli “ si favorirebbe il sorgere del malcostume politico ”.
12