Documenti congresso PD 2013 Barca | Page 11

partito sono largamente coincidenti. Dove il vertice( il“ leader”) si rivolge direttamente a iscritti o cittadini senza cercare un confronto, se non formale o minimo, con i gruppi dirigenti locali. Dove si sono rarefatte o mancano l’ attitudine, la conoscenza e la capacità di elaborare gli orientamenti e gli indirizzi generali delle politiche pubbliche; ovvero tale elaborazione viene ricercata in“ associazioni” che singole componenti del gruppo dirigente costituiscono al di fuori del partito, ulteriormente impoverendolo. Dove, in nome di un comodo relativismo etico, risultano assenti meccanismi sistematici di prevenzione di comportamenti abusivi, quando non arrivano a manifestarsi fenomeni di contiguità con la criminalità. Dove l’ enunciazione stanca di principi generali si accompagna a un diffuso giudizio cinico sulla natura umana- schiacciata sulla( pur rilevante, ma ben sappiamo non solitaria) dimensione egoistica- e sulla presunta“ natura italica” 8 che ci inchioderebbe al cattivo governo.
La forma di partito Stato – centrica ora richiamata non è una peculiarità dell’ Italia, rappresentando l’ esito diffuso della crisi del partito di massa. Nato per fornire ai propri membri identità sociale e politica, conferendo forma simbolica e organizzata ai bisogni e ai desideri relativamente omogenei di masse di cittadini, il partito di massa è in crisi – come ben noto – per un coacervo di motivi, fra loro legati: la stessa trasformazione dei partiti di massa in partiti di governo; la radicale modificazione dei mezzi e delle forme di comunicazione; la maggiore articolazione e frammentazione sociale e la connessa diversificazione dei bisogni; l’ accresciuta enfasi sull’“ io”; la maggiore volatilità e imprevedibilità della“ domanda politica” 9. Ha concorso in modo rilevante anche il trasferimento di potere dai livelli statuali nazionali al livello globale senza che vi corrispondessero forme associative sovranazionali fra cittadini 10. In questa crisi, si è prodotta una peculiare esclusione del lavoro, in particolare di quello operaio – e quindi della centralità del” manifatturiero” – dalla centralità della rappresentanza politica, anche nei partiti di sinistra. Questa rappresentanza è divenuta appannaggio prevalente dei nuovi ceti medi urbani, pur faticando i partiti a raccoglierne la spinta creativa e piuttosto accomodandone gli interessi particolari.
8 Quella della presunta“ italianità” è il rifugio delle menti, anche migliori, di fronte all’ insuccesso nel rinnovare il paese: cfr. Patriarca, S.( 2010), Italianità. La costruzione del carattere nazionale, Laterza, Bari. 9 Per un richiamo alla copiosa letteratura, cfr. Rescigno, G. U.( 2008), Ignazi, P.( 2012), Mastropaolo, A.( 2012) e
Revelli, M.( 2013). 10 Cfr. Manin, B.( 2012), Principi del governo rappresentativo, Il Mulino.
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