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Febbraio 1914 , Casinò di Arco . Ultimo carnevale prima dello scoppio del conflitto mondiale
L ’ autore coglie e sottolinea alcune riflessioni contenute in quelle pagine , qualche battuta spiritosa e lo spirito irredentista che animava gli organizzatori dei primi decenni . Poi fondamentale è l ’ emergere del desiderio di superare il clima pesante creato dalle guerre e di tornare a vivere , con l ’ invito alla trasgressione con quel motto Semel in anno licet insanire riportato in tante pagine e nei titoli dei giornali . Ma Romano Turrini non si è limitato ad usare quella sola fonte di informazione ( pur se varia ed abbondante ) ma ha voluto arricchire quanto stava scrivendo con notizie inedite , attingendo ad archivi fotografici privati , individuando nuova documentazione , dando un ’ impronta storica al libro , anche se la tematica può apparire , a prima vista , “ leggera ”. Ma per Arco il Carnevale , quello grande , quello che già dalla fine dell ’ Ottocento attirava migliaia di spettatori , che meritava articoli sulle pagine di tanti giornali , che lasciava stupiti per la quantità e la qualità delle proposte , quel Carnevale era qualcosa di straordinario , parte integrante del tessuto sociale della nostra comunità , era una pagina importante della storia di Arco , era per i suoi cittadini ( e sembra una contraddizione ) una cosa seria ! Emerge , ad esempio , un ’ immagine inedita del Kurort . Si è scritto degli illustri personaggi che l ’ hanno frequentato , delle ville costruite al periodo dell ’ Arco felix , ma mai ci si era occupati del Carnevale quale forma di divertimento pensata e dedicata agli ospiti del Luogo di Cura . E questo è un aspetto che poi sarà ripreso a partire dagli anni Ottanta del Novecento con una serie di manifestazioni caratterizzate dal forte richiamo all ’ Arco asburgica . L ’ autore ha voluto raccogliere anche dalla voce di chi era stato protagonista per tantissimi anni dell ’ organizzazione del Gran Carnevale , il presidente Albino Marchi , notizie relative agli aspetti organizzativi , promozionali ed attuativi delle varie manifestazioni . Il libro sottolinea come , sotto la sua guida , il Gran Carnevale avesse assunto l ’ onere di sviluppare eventi importanti che figuravano come corollario alla manifestazione clou che era la sfilata dei carri . Basti pensare al “ Cantabimbo ”, al Torneo di calcio e al Premio giornalistico “ Beppe Viola ” che proprio nel periodo di Carnevale aveva il suo svolgimento , ad “ Arco com ’ era ” che sapeva ricreare gi antichi “ mestieri ” nelle piazze della città . E prima di lui memorabili erano stati i “ governi ” guidati da Giovanni Viola , da Maurilio Braus e da Bepi Filippi .
Albino Marchi mentre legge , reggendo uno dei “ libroni ”, il suo messaggio al pubblico durante la sfilata del 1996
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