Dialogo n. 01-2025_web | Page 29

cultura cura della pelle con la cosmesi) e della dismorfia corporea( i difetti nell’ aspetto fisico percepiti in modo abnorme). E si è parlato anche delle pesanti conseguenze, negli adolescenti, dell’ eccessivo consumo di contenuti online, con sintomi quali deterioramento mentale e intellettuale e dipendenza; della cosiddetta irony epidemic, ovvero di come tutto stia diventando oggetto di battute, anche eventi drammatici, e come niente sembri più essere preso sul serio, mentre il confine tra ironia e offesa si fa sempre più labile; e della tendenza alla polemica e alla polarizzazione delle opinioni come effetto del funzionamento degli algoritmi. Ma c’ è di più, ed è Educa Immagine +, una serie di percorsi per la scuola: « A fronte del grande successo che il festival riscuote come punto di riferimento per il mondo della scuola-spiega il direttore artistico Luca Ferrario- abbiamo avvertito la necessità di ampliare il filone di attività educative con contenuti innovativi da offrire durante tutto l’ anno scolastico. Con Educa Immagine + da settembre a giugno si susseguono molteplici iniziative, attività laboratoriali e formative all’ interno delle scuole, e non solo, che hanno l’ obiettivo di generare ricadute socio-culturali positive e di riconoscere, attraverso fonti di creatività e innovazione, l’ importanza delle competenze legate all’ u- so dei media ». Tra le attività proposte ci sono laboratori creativi a cavallo tra l’ arte figurativa e il linguaggio video che permettono agli studenti di immergersi dentro l’ opera d’ arte e costruire un racconto e una scena per immagini. Non mancano i laboratori pratici sul linguaggio del cinema e un percorso di alfabetizzazione mediale sul tema dei social media, delle fake news e della disinformazione. Oltre a percorsi formativi per docenti legati all’ educazione all’ immagine e finalizzati all’ acquisizione delle competenze di base del
Pablo Trincia Joan Thiele linguaggio cinematografico. « In linea generale l’ obiettivo è andare a fondo dentro le dinamiche, la tecnica, le scelte delle immagini-spiega Ferrario- e quando ai ragazzi facciamo vedere un film, la trama per noi è secondaria: a noi preme che comprendano perché chi lo ha realizzato ha scelto quelle inquadrature, quel montaggio, quei primi piani. Quello che imparano è la grammatica delle immagini ». E poi c’ è la serie di podcast « Boomer si nasce », che esplora la vita e le relazioni della generazione Z, i nativi digitali. Alcuni giovani tra i 14 e i 20 anni provenienti da diverse regioni d’ Italia raccontano la loro quotidianità tra esperienze online e offline: dai rapporti con gli amici al dating, dalle relazioni stabili al sexting, esplorando effetti collaterali, nuove piattaforme e, naturalmente, il loro slang. La nuova stagione, la seconda, approfondisce uno degli ambiti toccati dalla prima, quello delle relazioni di amicizia, di amore e di sesso nella nuova generazione, lasciando sempre a loro la parola e la possibilità di offrire il proprio punto di vista a chi giovane non lo è più.
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