dialogo dicembre 2019 Dialogo_02-2019 def | Page 27
territorio
Sembra che in tutto il mondo non ci sia una lavorazione
che preveda un così lungo periodo di appassimento con
metodi naturali: da novembre - periodo di raccolta - fino
alla Settimana Santa che gli conferisce il nome. Già que-
sto dato basterebbe a farlo conoscere in tutto il mondo,
ma c’è molto altro dietro il Vino Santo.
Dal consorzio di tutela dei Vini del Trentino, si scopre
che “La varietà da cui si ricava è la Nosiola, varietà pre-
giata ed esclusiva di questa terra. Ne vengono selezionati
solo i grappoli spargoli, ossia quelli con acini grossi e ben
distanziati fra loro che devono essere sufficientemente
maturi per garantire un elevato quantitativo di zucchero.
Una volta in bottiglia il Trentino D.O.C. Vino Santo può
sfidare il tempo: gli esperti raccontano che anche dopo
mezzo secolo (se il tappo e la qualità del vino sono buo-
ni) una bottiglia di Vino Santo resta sempre un’esperien-
za gratificante.
Un vino quindi da dimenticare in cantina per riscoprirlo
piacevolmente dopo anni. Durante l’appassimento le uve
vengono attaccate da una muffa nobile (la Botrytis) che
ne migliora ulteriormente le qualità organolettiche”.
Il segreto del Vino Santo trentino è composto da due
elementi: la Nosiola - curiosità: l’unico vitigno declinato
al femminile! - e il vento che sale puntuale dal lago di
Garda, l’Ora.
Il Vino Santo trentino resta ad appassire all’ombra, asciu-
gato in modo naturale dal soffio gentile dell’Ora del Gar-
da. Di solito, altrove, l’appassimento delle uve viene pra-
ticato in modo meccanico o sotto il sole, che accelera il
processo.
La Casa-Caveau del Vino Santo di Padergnone sarà gesti-
ta dall’unione delle forze di Ecomuseo, Apt e Vignaioli del
Trentino. Accoglierà scuole ed eventi, dal Divin Nosiola
alla didattica passando per i gruppi organizzati e le degu-
stazioni delle cantine.
L’inaugurazione e l’apertura al pubblico sono previste nel
corso del 2020.
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